sabato 28 gennaio 2012

Lasciate fare all'ira divina

Non disperiamoci per quello che accade,  il momento è duro, io in primis lo so, ma innalziamo i cuori, Sursum Corda(!), ravviviamoci nella Fede e perseveriamo con serena fiducia nella preghiera costante... 
Ricordiamo l'Apostolo


 [16]Abbiate i medesimi sentimenti gli uni verso gli altri; non aspirate a cose troppo alte, piegatevi invece a quelle umili. Non fatevi un'idea troppo alta di voi stessi.
[17]Non rendete a nessuno male per male. Cercate di compiere il bene davanti a tutti gli uomini. [18]Se possibile, per quanto questo dipende da voi, vivete in pace con tutti. [19]Non fatevi giustizia da voi stessi, carissimi, ma lasciate fare all'ira divina.  Sta scritto infatti: A me la vendetta, sono io che ricambierò, dice il Signore. [20]Al contrario, se il tuo nemico ha fame, dagli da mangiare; se ha sete, dagli da bere: facendo questo, infatti, ammasserai carboni ardenti sopra il suo capo. [21]Non lasciarti vincere dal male, ma vinci con il bene il male. Rom12.16

San Paolo, pregate per noi...

martedì 24 gennaio 2012

Effetto Dida

Foto embrioni: sembra vero ma è falso...


Guardiamo queste "eccezionali" fotografie che si dicono scattate direttamente all'interno dell'utero materno, direttamente nella pancia della mamma...e scusate l'impostazione grafica un po' "bizantina".
Ma è possibile scattare foto così?
E' possibile fotografare con un qualche tipo di sonda, come ci viene detto, un embrione così da vicino quando solo, ad esempio, per l'amniocentesi c'è l' 1% di rischio di aborto?

Lennart Nilsson nel 1965  divenne celebre con la foto che vedete nella copertina di Life, disse che utilizzò uno speciale endoscopio, ma già un paio di anni dopo la famosa rivista italiana "fotografare" smentì clamorosamente questa tecnica svelando l'inganno, "da che distanza è stato ripreso questo feto?"...e le  foto similari che oggi vediamo in tanti siti, riviste e libri, non fanno differenza, sono esattamente della stessa risma.
Quindi la risposta è semplice: per realizzare foto del genere l'unico modo è, e scusate la crudezza, utilizzare un embrione o un feto abortito, metterlo macabramente su una lastra di vetro e dopodichè fotografarlo con tutta calma in uno studio fotografico.
Non c'è altro sistema.

Si tratta dunque di falsi, di immagini di bambini abortiti alla mercè di tutti, ed è davvero triste, se non drammaticamente desolante che queste foto spesso vengano utilizzate, inconsapevolmente, proprio per l'attivismo per la vita, da movimenti contro l'aborto...
Forse per qualche addetto ai lavori ho scoperto solo l'acqua calda, ma lo scrivo perchè noto che molti non lo sanno...


un piccolo esempio




http://www.microscopy-uk.org.uk/mag/artnov04macro/mlchicken.html

lunedì 23 gennaio 2012

DISCERNIMENTO E COMBATTIMENTO SPIRITUALE

Tu sei tempio di Dio 

La grazia ti ha reso Tempio di Dio: quando sei in grazia
il Signore abita e vive in te.
ll Sacramento del Battesimo, della Cresima, e dell’Eucarestia
 ti hanno consacrato a Dio. Sei interamente del Signore:
corpo e anima.
Se il tuo corpo è suo devi rispettarlo « Questa è la volontà
di Dio che siate santi; cioè che vi teniate lontani da ogni cosa
brutta, che ciascuno sappia mantenere il proprio corpo nella
santità e onestà, non nelle passioni sregolate, come fanno i pagani
 che non conoscono Dio >> (1 Tess., 4, 4).
« Non sapete che le vostre membra sono tempio dello Spirito Santo,
 il quale è in voi, il quale vi è stato dato da Dio,
e che non appartenete più a voi stessi? Poichè siete stati com-
prati a caro prezzo, glorificate e portate Dio nel vostro corpo >>
(1 Cor., 4, 19, 20).
Se il tuo corpo è cosa di Dio devi usarne secondo la sua legge.
Sii vigilante perchè, per causa del peccato originale, esso tenta
di soggiogare l’anima, di dominare la tua stessa ragione.
Anche il tuo cuore, dal Battesimo, ha il sigillo di Dio, è cosa
sacra: sii vigilante aflinchè esso ami i tuoi amici ma come vuole
Gesù.
Il tuo cuore è un tesoro prezioso: non devi profanarlo,
affezionandolo malamente a qualcuno che ti porti lontano dal
Signore.

Cosa significa essere puri.
Iddio ordina con due comandarnenti di mantenere santo
il corpo con tutti i suoi sensi; la vista, la lingua, il tatto, l’udito;
di mantenere limpido il cuore con tutte le facoltà spirituali a
sua disposizione: l’intelletto, la memoria, l’immaginazione, la
volontà.
Chi manca a questa imposizione non entrerà nel regno dei
cieli (Apoc., 22, 15).
Quando tu domini il corpo con tutti i suoi sensi e il cuore
con tutte le facoltà puoi dire di essere un giovane puro.
Bisogna ingaggiare una lotta faticosa, ma non impossibile da vincere.
 Il Signore non impone cose impossibili: sarebbe bestemmia
l’affermarlo perchè sarebbe come dire che Egli non conosce
la nostra debolezza e le nostre possibilità. Ammettere poi che
Egli castighi per una colpa inevitabile sarebbe ancora più mostruoso.

Quanti giovanetti, pur con la tua stessa natura, e le
stesse tue passioni e tentazioni, sanno mantenersi come
angeli!
L'esperienza dice che si è macchiato soltanto chi lo ha voluto.

domenica 22 gennaio 2012

Sulla scuola e sul lavoro

Gli alunni e i loro maestri. 


La scuola è una istituzîone della società per venire in aiuto
della famiglia, di per sè impotente a completare la formazione
culturale e professionale dei suoi figli, La scuola nata in seno
alla Chiesa, diventò a poco a poco governativa. Essa compie
veramente il suo compito se è come il prolungamerito della
famiglia; se, come la vuole il Signore, oltre che luogo di cultura
le di lavoro, è strumento di educazione morale e religiosa.
Gli insegnanti sono i delegati dell’autorità dei genitori e
per conseguenza dell’autorità di Dio stesso nell’opera dello
sviluppo fisico, intellettuale e morale degli alunni.
Il ragazzo cristiano ha verso di loro doveri di giustizia e di
carità simili a quelli che ha per la famiglia: doveri di rispetto,
di riconoscenza, di affetto e di obbedienza.
Non è tenuto ad ubbidire solo quando i maestri insinuassero
 insegnameriti contrari ai principi cristiani, perchè la
Scrittura Santa afferma « Bisogna ubbidire a Dio piuttosto
che agli uomini » (Att., S, 30).
Una forma di obbedienza ai propri maestri è la diligenza
nelle studio. Il Signore ha imposto il lavoro a tutti gli uomini
(Gen., l, 28; 2, 15; 3, l7»l9). S. Paolo ha scritto:  « Chi non vuole
lavorare non deve mangiare»  (2 Tess. 3, l). Il lavoro scolastico
è richiesto ai giovanetti per soddisfare a questo dovere
generale imposto da Dio. '
Se da giovani ci si sottrae al lavoro scolastico si ignorerà
da adulti il lavoro tecnico e ci. si renderà inutili al servizio della
società a cui siamo tutti tenuti per lalegge di solidarietà.
Per il cristiamo il lavoro è uno dei mezzi di collaborare
all’opera di Gesù Redentore; infatti la fatica, offerta a Dio, espia
i peccati nostri e quelli degli altri. Per questo è indispensabile
lavorare in grazia di Dio e avere l'intenzione di lavorare per amore
di Dio.

U. Pasquale

venerdì 20 gennaio 2012

Il potente e terribile Nome di Gesù

Dal vangelo secondo Matteo.
Un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa, perché quel che è generato in lei viene dallo Spirito Santo. Essa partorirà un figlio e tu lo chiamerai Gesù».

Dalle Prediche di san Tommaso da Villanova.
De Circumcisione Domini Concio, 7-9. Op. Omn., Mediolani, 1760, t.II, 110-112.

Questo nome non fu stabilito dalla Madre, nemmeno dall'angelo, ma il Padre lo inventò e lo impose al proprio Figlio. E non lo chiamò giudice, vindice o custode, ma gli diede il nome di Salvatore. La Vergine ha generato Gesù, ma il nome glielo ha dato il Padre dei cieli. Il vangelo odierno sottolinea che ciò fu per volontà dello Spirito Santo: Gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall’angelo, prima di essere concepito nel grembo della madre [Lc 2,21]. Il testo sacro non dice: Come era stato fissato dall'angelo, ma come era stato chiamato dall’angelo.
L'aveva già profetizzato Isaia, dicendo: Ti si chiamerà con un nome nuovo che la bocca del Signore indicherà [Is 62,2]. Quasi a dire: il Signore fu il primo a trovare e imporre quel nome. Infatti Dio Padre sapeva molto bene con quale nome si dovesse chiamare il suo unico Figlio, quale nome fosse il più adeguato: appunto Gesù.
Fa’ attenzione alla spiegazione dell’angelo, il quale specifica: Egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati.

Signore Gesù, questo tuo nome mi dà una fiducia sconfinata. Signore, sì, tu sei proprio Gesù. Riconosci il tuo nome, quello che il Padre ti ha imposto: sii Gesù per me. Io riconosco d’essere prigioniero, irretito nei lacci dei miei peccati, incatenato dalla mia cattiveria, stretto nei ferri della mia malvagità. Riconosco ciò che sono; anche tu, Gesù, riconosci ciò che sei.
Di chi sei costituito il salvatore se non degli uomini perduti, dei prigionieri? Se non vi sono dei miseri, dei condannati da liberare, di chi sarai il Salvatore? Se io ti ho rinnegato, tu però, Signore, sei fedele e non puoi rinnegare te stesso.
Fratelli miei, correte, affrettatevi a gettarvi ai piedi del Salvatore! Non abbiate nessuna paura, avvicinatevi con piena fiducia. Tenete bene in mente che egli è stato chiamato Gesù. È il Salvatore e non può respingere chi ha bisogno di salvezza. Se uno si perde, non è perché ha peccato, ma perché osò rifiutare una salvezza tanto potente, abbondante, certissima.
Abbiamo dunque fiducia, invochiamo il suo nome, perché chiunque invocherà il nome del Signore, sarà salvato [At 2,21]. Ad una condizione, tuttavia: che lo invochiamo dal fondo di un cuore sincero.

Sei la verità, Signore, e non puoi contraddire il tuo nome. Come ti potresti chiamare Salvatore se non ti curassi di salvarci? Come ti potremmo dire misericordioso, se a chi ti chiede pietà tu infliggessi una condanna? In Dio non c'è finzione, non è possibile l'inganno. Il tuo nome, Signore, è la tua identità. Ti chiami Gesù perché sei Gesù.
Peccatore, avvicinati a lui: come attesta il suo nome, egli ha la missione di salvare il suo popolo dai suoi peccati. Noi siamo corrotti, egli è colui che purifica i peccatori e santifica le anime. Perché tremare? Non c'è nessun accento aspro, nessuna nota amara, nessun tono terribile nel nome di Gesù. Egli è tutto tenerezza e

sabato 14 gennaio 2012

CROCIATA DEL ROSARIO

A tutti coloro che credono ancora nella giustizia e nella dignità dell'uomo



Amici cattolici, è un’ora grave e difficilissima per decine di migliaia di taxisti e per le loro famiglie che domani non avranno più un futuro, non più un lavoro, non più un sostentamento economico e saranno ridotte sul lastrico, se sarà data via libera alla cosi detta liberalizzazione del settore.
Dovete sapere che la maggior parte di noi, per ottenere una licenza taxi che costa dai 100 mila ai 200 mila euro e anche più, si è indebitata con le banche in mutui ventennali ed impegnata in una vita di duri sacrifici confidando nella sola prospettiva di poterla un giorno rivendere per garantirsi una piccola pensione da affiancare a quella minima dell’Inps; lavoriamo dieci ore al giorno, 70 ore la settimana, 365 giorni l'anno, in mezzo alla strada, al traffico, allo smog, al pericolo. E’ un lavoro duro e usurante, sì, ma onesto e adesso ce lo vogliono togliere, annullando il valore delle licenze, rendendo vani i nostri sacrifici, condannando le nostre famiglie, i nostri figli, i nostri cari ad una vita miserabile piena di debiti e di angoscia.

La stampa ci infama, la televisione ci accusa, l’opinione pubblica sembra godere nel vederci alla gogna, ma quasi nessuno ha capito che questa non è una battaglia sociale di un piccolo gruppo contro un sistema empio ed immorale, ma una vera e propria guerra contro un nemico ancora più subdolo, un nemico vile e spietato che oggi tenta di annientare migliaia di coraggiosi lavoratori insieme alle loro famiglie e che domani si avventerà contro altre categorie, altri lavoratori, altre famiglie, cercando di ucciderne la dignità e il rispetto.

Soffiano venti infernali in questo mondo dimentico di Dio, ma noi cattolici abbiamo delle armi invincibili per vincere il maligno ed è a queste che io vi incito a ricorrere, per il bene comune di tutti e non di una sola parte: uniamoci nella preghiera, uniamoci nella recita devota del Santo Rosario, uniamoci in suppliche e pie devozioni.

Amici, combattete al fianco di noi taxisti cattolici con le armi che il Cielo mette a nostra disposizione, sosteneteci nella lotta contro l’ingiustizia e la prevaricazione, che non appartiene solo a noi, ma a tutti quanti e unitevi alla Crociata del Santo Rosario che indiciamo fin da questo momento, affinchè la Beata Vergine Maria possa intercedere presso Nostro Signore Gesù Cristo e le nostre preghiere siano esaudite.

Pregate per noi e con noi e che il Signore ve ne renda merito al centuplo.

PADRE SERAFINO LANZETTA SCRIVE ALL'ARCIVESCOVO DI MILANO

A PROPOSITO DELLO SPETTACOLO BLASFEMO DI CASTELLUCCI
 PADRE SERAFINO LANZETTA SCRIVE ALL'ARCIVESCOVO DI MILANO


Al Rev.mo Signor Cardinale Angelo Scola,
Arcivescovo di Milano
Eminenza Reverendissima,
purtroppo nella sua città di Milano sarà inscenata una rappresentazione davvero blasfema contro il Volto e quindi la Persona di Nostro Signore Gesù Cristo.
La preghiamo caldamente di intervenire, levando la sua voce a nome di tutti i cattolici milanesi e italiani, perché Gesù Cristo sia rispettato da tutti, come noi rispettiamo gli altri.
A nulla vale camuffare il proprio dileggio per l'altrui fede, trincerandosi dietro i contorni evanescenti dell'arte contemporanea, il cui vero intento sarebbe noto solo all'artista, rimanendo ad altri (profani) sfuggevole e sempre al di là. No, si tratta di buon senso e, anche, di rispetto per le persone credenti in Gesù Cristo.
La libertà religiosa, come ci insegna Santa Madre Chiesa, è anzitutto un'esigenza del rispetto del diritto alla libertà religiosa e di conseguenza di tutto ciò che è contenuto sacro di una fede religiosa.
Eminenza, confidiamo pertanto in un suo intervento saggio e prudente, perché cessi davvero questo clima di cristianofobia che sempre più si alimenta. I nostri fratelli cristiani in altre parti del mondo vengono uccisi perché sono di Cristo. Uniamo la nostra voce al loro sangue e difendiamo la nostra identità.
L'occasione mi è anche gradita per formularLe sinceri e cordiali auguri di un Santo Anno nuovo.


p. Serafino M. Lanzetta
Francescani dell'Immacolata
parroco di Ognissanti-Firenze
Firenze, 9 gennaio 2012

venerdì 13 gennaio 2012

Zelo-"L'ira buona"

Zelo, o "ira buona"


L'altro giorno leggevo l'ottimo libro del sacerdote
Pasquale Casillo "I vizi capitali" che consiglio vivamente
 di procurarsi da "Casa Mariana" editrice, e ho trovato
davvero interessante la parte nella quale viene spiegata
con scrupolosa dovizia di particolari
 la cosidetta "ira buona" che non è un vizio ma  rientra invece
 con salda fermezza, nei  precisi doveri del cattolico innanzi al peccato!
Ne riporto un breve stralcio.


...C’è dunque, certamente, un’ira buona, ed è tale
quando previene da un motivo ragionevole, tende a un fine
onesto e non oltrepassa la moderazione conveniente.
Motivo ragionevole può essere impedire un’offesa a
Dio, correggere un errore del prossimo specie se sotto-
posto, evitare un danno ingiusto, specialmente quando
non sono bastate le buone maniere.
Fine onesto puo essere far conoscere la bruttezza
del peccato e la bellezza della virtù, ristabilire l’ordine
turbato, emendare il colpevole, aiutare il prossimo, sal-
vaguardare la giustizia.
Moderazione conveniente è quella che esclude ogni
esagerazione e irruenza, limitandosi alla giusta misura e
ai mezzi permessi.
Cosi fatta, l’ira è un appoggio alle altre virtù, anzi è
una virtù che con termine più appropriato si chiama zelo.

 Essa vince, per esempio, l’accidia; ad essa si riferisce
san Paolo con le parole: "Se vi adirate, guardatevi dal 
peccare" (Ef 4,26). Non è ardente l’amore di chi non sa
adirarsi.

martedì 10 gennaio 2012

San Vincenzo di Lerino

IL COMMONITORIO 
DI SAN VINCENZO DA LERINO 
 un’Opera per i tempi di crisi  


San Vincenzo fu un monaco di Lerino, verso la fine del
V secolo. La sua biografia l’abbiamo da Gennadio di Marsiglia,
in “De Scriptoribus Ecclesiasticis”.
Nel “Commonitorio” l’Autore ci offre “una Regola a canone”,
per riconoscere con certezza le eresie sorte nella Chiesa.
Ecco la “Regola”:



«NON È SICURAMENTE CATTOLICA, E QUINDI VA 

RESPINTA, OGNI NOVITÀ IN CONTRASTO CON 
QUANTO SEMPRE E DOVUNQUE È STATO CREDUTO E 
INSEGNATO NELLA CHIESA CATTOLICA». 


Naturalmente, il fondamento del canone vincenziano è
l’infallibilità della Chiesa, la quale, per questo, non può contraddirsi.
Quindi, quando nella Chiesa sorge una novità in
contrasto con quanto Essa ha sempre insegnato, non è
buon grano, ma è la zizzania dell’errore, seminata
dall’“inimicus homo”.

In tempi di eretici, come oggi, che richiedono una maggiore attenzione, il
canone vincenziano fissa

domenica 8 gennaio 2012

Una solo cosa ho chiesto al Signore

Graduale (Ps. 26, 4)  
Unam pétii a Dòmino, hanc
requiram: ut inhabitem in domo
Domini omnibus diébus
vitae meae. Ps. 83, 5. Beati
qui habitant in domo tua,
Domine, in saécula saeculò-
rum laudabuut te.

Alleluia Alleluia. Vere tu es Rex absconditus, Deus Israel Salvator
Alleluia.


Una sola cosa ho chiesto e richiederò al Signore: abitare nella casa del Signore tutti i giorni della mia vita.
Beati quelli che abitano nella tua casa, o Signore, essi 
possono lodarti nei secoli dei secoli.
Alleluia Alleluia. tu sei davvero un Re nascosto, o Dio di Israele, Salvatore
Alleluia.



sabato 7 gennaio 2012

ALCUNI PRATICI AVVERTIMENTI
INTORNO ALLA CONFESSIONE.

1. La Confessione è il lavacro rigeneratore e purificatore de!l’anima peccatrice, che il Cuore di Gesù nella
sua tenera bontà ha lasciato alla sua Chiesa. E il sacramento della misericordia, del perdono e della consolazione tanto maggiore, quanto maggiore è la fiducia e
l'abbandono, col quale ci si accosta alla Confessione.


2.  Confessatevi frequentemente, ogni quindici
giorni, ogni settimana. La Confessione frequente è
utilissima alle anime nostre; ricevuta con le debite
disposizioni, essendo un sacramento istituito da i
Gesù Cristo, infonde, se non si possiede, la Grazia
santificante, e se già si possiede, l’accresce a proporzione 
delle disposizioni, che si hanno: — apporta aiuti di grazie
 particolari per emendare i nostri difetti, i peccati,
 specialmente quelli, di cui ci
siamo confessati, per vincere le cattive inclinazioni
e vivere santamente: — è fonte all’anima di pace
serena e di consolazione è molto facile e soave,
perché chi si confessa spesso, trattandosi di breve
tempo, ricorda quanto deve accusare al Confessore: 
 fa si che il Confessore possa meglio conoscere
e dirigere le anime che a lui si rivolgono· basta.
per lucrare le indulgenze plenarie, che si possono
guadagnare durante la settimana, benchè per esse
sia prescritta la Confessione.

venerdì 6 gennaio 2012

Sull'obbedienza

Potrebbero sembrare desuete le brevi righe che leggerete più sotto, specialmente nell'ottica del pensiero moderno, dove il nefasto e orgoglioso senso mondano che oggi impera, quello del "fai da te", del "padrone di se stessi, delle proprie idee, sulle proprie forze", sembra essere l'unica forma perseguibile...un' apostasia.
Eppure la Santa Dottrina di Gesù insegna eternamente che il retto comportamento esigito da Dio per noi è quello dell'ubbidienza e della sottomissione all'autorità; e non si pensi davvero che oggi  il Signore Dio Uno e Trino abbia cambiato idea: è cosi, sempre.
Vi è solo un piccolo, ma monolitico, particolare sul quale prestare attenzione: l'autorità potrebbe non essere  l'"autorità" desiderata, poichè è Iddio che la sceglie...
Leggiamo l'articolo...

G. M


 " Ed era a loro ubbidiente " (Luc. II, 51).


La società esige dei capi, rivestiti di autorità, e dei sudditi
tenuti all'ubbidienza.
Chi deve prendere le decisioni riguardanti il nucleo e chi
deve farle eseguire è il capo costituito in autorità.
A lui il diritto di farsi ubbidire poichè altrimenti, comanderebbe invano.
L'autorità adunque è necessaria all’esistenza delle società ed
è ugualmente necessaria al bene dei membri.
È stato Dio a volere l’autorità e chi l’esercita legittimamente
tiene le sue veci.
Ogni capo perciò non è altro che un delegato del Supremo
Signore.
Chi ubbidisce all’autorità ubbidisce a Dio.
Anche Gesù, pur essendo Figlio di Dio, si è sottomesso a questa legge.

giovedì 5 gennaio 2012

I CASTIGHI DI DIO

DIO NON VUOLE IL PECCATO

L’Immacolato Concepimento della Vergine Madre di
Dio è rivelatore di una linea costante della Provvidenza di
Dio, cioè della norma che il Signore adotta nel governare
il Creato e la Storia che in esso si svolge.
E’ rivelatore per questo: quando si è trattato di scegliere una donna che fosse madre, secondo la carne beninteso, dell’Unigenito Figlio di Dio, questa la volle senza peccato.
Il peccato Dio non tollerò mai che s’avvicinasse alla storia di Cristo.
 Per questo Maria fu lmmacolata nel Suo
Concepimento, cioè non contrasse il peccato originale che
abbiamo contratto noi; per questo Essa non conobbe il
fomite della Concupiscenza, per questo tutto restò illibatissimo
e puro fino alla fine.

mercoledì 4 gennaio 2012

Un anno insieme a Padre Kolbe

Maternità divina e spirituale

Le parole umane non sono in grado di descrivere chi sia Colei che è divenuta vera Madre di Dio. A dire il vero Ella, da se' stessa, è soltanto una creatura. Tuttavia è un essere talmente elevato da Dio che bisognerebbe capire chi è Dio per comprendere chi sia la Madre di Dio.


Chi sei, o Signora? Chi sei, o Immacolata?
...non sei soltanto una creatura, non sei soltanto figlia adottiva, ma sei Madre di Dio e non sei Madre soltanto adottiva, ma vera Madre di Dio.

«Extra Ecclesiam, nulla salus» Necessità dì appartenere alla Chiesa Fuori della Chiesa non vi è salvezza



EXTRA ECCLESIAM NULLA SALUS

Questa frase che ripete un antico detto «Extra Ecclesiam, nulla salus» è l’espressione di un’altra prerogativa: la necessità di appartenere alla vera Chiesa. Diciamo subito che il significato di questa proposizione non esclude la salvezza di coloro che senza propria colpa non conoscono la vera Chiesa cui appartenevano almeno in modo imperfetto... Lo ha dichiarato esplicitamente, Pio IX nell’Allocuzione«Singulari quadam» del 1854: «Si deve aver per fede che nessuno può salvarsi fuori della Chiesa Apostolica - Romana che questa è l’unica arca di salvezza e chi non sarà entrato in essa perirà nel diluvio; ma tuttavia sì deve parimenti tener per certo che coloro che si trovano nella ignoranza della vera religione, se questa ignoranza è invincibile, costoro non hanno nessuna colpa dinanzi agli occhi del Signore». Come al tempo del diluvio furono salvi coloro che entrarono l’Arca, così pure saranno salvi solo coloro ...

... che saranno nella mistica nave di Pietro che l’Arca raffigurava. TESI: La Chiesa Cattolica-Romana per istituzione di Cristo è tale che è necessario appartenere a Lei come ad unica arca di salvezza.

É DI FEDE TEOLOGICAMENTE Già Bonifacio VIII nella Bolla «Unam Sanctam» e Innocenzo III nella professione di fede contro i Valdesi, avevano insegnato questo (D. B. 468, 423). Ma il Conc. Fiorentino (D. B. 714) più esplicitamente definisce che la Santa Chiesa Romana, fondata per comando di N. S. Gesù Cristo:

L’INVIATO DIVINO

Dopo aver esposto, in rapidissima sintesi, la vita e la dottrina di Gesù, dobbiamo ora dimostrare la seguente:
TESI - Cristo ha dichiarato chiaramente di essere il Messia annunziato dai Profeti e il Figlio e legato di Dio, che è venuto a rivelarci la vera Religione.

É CERTO STORICAMENTE É DI FEDE TEOLOGICAMENTE

A) - HA DICHIARATO DI ESSERE IL MESSIA. «Messia significa:’Il Cristo, l’Unto del Signore’. Il popolo Ebreo, se prima aveva chiamato con questa parola anche i sacerdoti e i re che venivano consacrati con l’unzione, aveva poi ristretto questo vocabolo per indicare Colui che era aspettato come il Salvatore, il Liberatore del popolo, secondo l’annunzio dei Profeti. Gesù afferma in molte occasioni di essere il Messia annunciato ed atteso. Nella Sinagoga di Nazareth Gesù legge il testo di Isaia che parla di Colui che sarà consacrato per annunziare ai poveri la lieta novella e la liberazione. Conclude: «Oggi questa scrittura è adempiuta e voi la udite» (Lc. 4,21). Così ai discepoli di Giovanni Battista, mandati a Lui per conoscere se è il Messia risponde coi fatti prodigiosi delle guarigioni e risurrezioni (Mt. 11, 3-6), fatti che corrispondono a quanto avevano detto i Profeti riguardo al Messia. Spesso Gesù chiama sé stesso il Figlio dell’Uomo. Questo era il titolo che aveva dato al Messia il Profeta Daniele (Dan. 7,13). Frequentemente gli Evangelisti notano come le profezie messianiche si siano avverate in Gesù (Mt. 11,2 24,30; Mc. 8,38, 13,26, 14,62; Lc. 4,16, 24,26, 4,25, ecc.). Gesù dice dunque chiaramente di essere il Messia atteso.

Gesù Cristo, Legato Divino

Nostro Signore Gesù-Pastor Aeternus 
L’AMBASCIATORE DELLA RELIGIONE CRISTIANA: CRISTO LEGATO DIVINO


Che cosa ci dice il Vangelo intorno a Gesù? Ci parla della sua VITA e della sua DOTTRINA. Da questa fonte storica, che ci dà una garanzia così sicura di verità, quale nessun libro può documentarci per qualsiasi altro personaggio della storia, vediamo in breve che cosa ha fatto e detto Gesù.

LA SUA VITA

In sintesi, dai Vangeli, intorno alla vita di Gesù troviamo, che nasce dalla Vergine Maria, Sposa di Giuseppe, per opera dello Spirito Santo. Nasce in una grotta a Betlemme, viene posto in una mangiatoia. Intanto gli Angeli annunziano la sua nascita: i Pastori vanno ad adorarlo, riconoscendolo come il Messia, cioè il Redentore aspettato. Così, poco tempo dopo i Magi, guidati da una Stella dall’oriente. Erode lo cerca a morte, ma Giuseppe, avvisato dall’Angelo, fugge con lui e sua Madre in Egitto, dove si trattiene fino alla morte di Erode. Torna in Palestina e precisamente a Nazareth nella Galilea. A dodici anni Gesù va al Tempio di Gerusalemme: Maria e Giuseppe lo smarriscono, e lo ritrovano nel Tempio dopo tre giorni di affannose ricerche. Resta a Nazareth fino a circa 30 anni, aiutando il padre putativo nell’umile lavoro di operaio e obbedendo a Maria e a Giuseppe.

martedì 3 gennaio 2012

Svegliarino Cattolico




Svegliarino Cattolico, perchè il mondo precipita sempre più nell'abisso.
La Santissima Vergine tiene fermo il braccio del Figlio ma...per quanto ancora.
E allora prendiamo coscienza, consapevolezza del "mondo che giace tutto sotto il potere del maligno".

Sleghiamoci da questa triste condizione.
Innalziamoci verso il Fine: Dio Eterno, Uno e Trino.
Vinciamo la prova terrena con il Dono della Grazia.
Preghiamo nostro Signore Gesù con fervore e perseveranza.
Nostro Signore nostro Tutto!

Glória in excélsis Deo
et in terra pax homínibus bonæ voluntátis.
Laudámus te,
benedícimus te,
adorámus te,
glorificámus te,
grátias ágimus tibi propter magnam glóriam tuam,
Dómine Deus, Rex cæléstis,
Deus Pater omnípotens.
Dómine Fili Unigénite, Iesu Christe,
Dómine Deus, Agnus Dei, Fílius Patris,
qui tollis peccáta mundi, miserére nobis;
qui tollis peccáta mundi, súscipe deprecatiónem nostram.
Qui sedes ad déxteram Patris, miserére nobis.
Quóniam tu solus Sanctus, tu solus Dóminus,
tu solus Altíssimus,
Iesu Christe, cum Sancto Spíritu: in glória Dei Patris.
Amen.


Sursum Corda!


G.M.