lunedì 18 marzo 2013

È tempo di difendere il vostro Re

Oh, cristiani! È tempo di difendere il vostro Re e di tenergli compagnia in così grande solitudine. Sono ben pochi i sudditi che gli sono rimasti, mentre grande è il numero dei seguaci di Lucifero. 

E il peggio è che gli si mostrano amici in pubblico e lo vendono in segreto: non trova quasi più nessuno di cui fidarsi. 

Oh, amico sincero, come vi paga male chi vi tradisce! 
Oh veri cristiani, unite il vostro pianto a quello di Dio!
Le lacrime di compassione da lui versate non furono solo per Lazzaro, ma per tutti coloro che si sarebbero rifiutati di risorgere, nonostante il suo richiamo.


Santa Teresa d'Avila

sabato 9 marzo 2013

I libri della Scrittura Santa sono ammirabili

I libri della Scrittura Santa sono ammirabili

Le tue testimonianze sono ammirabili, per questo la mia mente iniziò a perscrutarle.
Salmo118
1. I filosofi umani stimano tanto le massime di Seneca, di Platone, di Aristotele, che perciò altri libri non rivolgono fuor che questi uomini sì illustri. I filosofi cristiani stimano sovrattutto i libri dei dottori massimi Gregorio e Gerolamo, Ambrogio e Agostino, Tommaso e Bonaventura, e sopra gli scritti di quei grandi passano talvolta lieti i giorni e le notti intenti.

Ma più che in altri, i filosofi cristiani si dilettano nei libri della Scrittura Santa. Già i fratelli Maccabei nel pericolo di tante loro battaglie si confortavano con dire: "Abbiamo le testimonianze dei Libri santi e questi ci sono di ristoro ineffabile".

I cristiani poi tanto adorano la parola come la persona del Verbo incarnato. Talvolta cadono perfino estatici avanti la lettura delle divine massime. In udirle spiegare stanno riverenti e genuflessi in atto di ossequio profondo. Il più delle volte recano al collo quale reliquia benedetta un foglio del santo Evangelo, e con sé per meditare e consolarsi in tempo di noia o di tristezza portano un libro di dettato evangelico. In ripassarle poi quelle pagine esclamano: "Quanto sono ammirabili, o Signore, le testimonianze della Legge tua!".

2. Lo studio dei Libri santi è come il lavoro intorno ad una ricca miniera d'oro, nella quale tu quanto più ti addentri più trovi ricchezze di metallo. I dottori santi e gli espositori divoti ne scoprono tal copia di dottrina da gettare vivi sprazzi di luce ancora intorno ai misteri più augusti della religione santissima.

Essi ti discoprono d'una medesima parola quei sensi veri che il Signore intese di esprimere mentre a' suoi profeti ed agli apostoli dettava i discorsi suoi. Così per dartene un esempio, sotto il nome di Gerusalemme tanto si viene ad indicare ora la città capitale di Palestina quanto la città dei beati in paradiso, ovvero la sede della grazia del Signore nell'animo del cristiano giusto.

Girolamo in questo esercizio era sì addentro che per consultarlo venivano e divoti e dotti da tutte le parti del mondo cristiano.

Agostino e Ambrogio, Giovanni il Boccadoro e Gregorio il Grande facevano altrettanto con sì felice riuscita, che spesso un angelo celeste in forma umana scendeva visibilmente a dirigerli, ovvero lo Spirito Santo in forma di colomba appariva per inspirare i sensi divini delle Sacre Scritture. Ciò si sa essere avvenuto allo stesso Gregorio il Grande. Sicché queste menti somme in studiare i Libri santi con maggior affetto esclamano: "Ammirabili, o Signore, sono le testimonianze della vostra Legge!".

3. Ma più ammirabili sono le testimonianze del Signore nel cuor dell'uomo. Tu vedi i cuori di un popolo selvaggio: forse che non sono crudi? Un popolo di infelici.

Or fa che là entro, portata dalla persona di un sacerdote, di un missionario, di un apostolo, giunga la notizia dello Evangelo di Gesù Cristo, ed ecco che in breve ora quel popolo rimane illuminato nella mente quasi da celeste splendore, e nel cuore è compreso da un affetto misterioso che essi non sanno spiegare, ma che certamente è la grazia del Signore, la quale nei loro animi viene operando. Finché con voce unanime prorompono: "Il Battesimo! Noi vogliamo il Battesimo di Gesù Cristo!".

Si rigenerano adunque alle onde battesimali, ed ora un popolo di barbari è convertito in una nazione di cristiani che si amano a vicenda. I popoli delle regioni vicine scorgendo esclamano: "Vedete come si amano i cristiani, vedete come si amano!", e alla loro volta sospirano alla terra dell'Evangelo ed alla grazia che fa beati i cuori dei credenti.

In ritornando a ripassare quei paesi che un giorno vedesti macchiati dalla idolatria, il cuore ti si intenerisce e le lacrime ti sgorgano dagli occhi e ti sfoghi dicendo: "Quanto sono ammirabili le testimonianze della Legge del Signore, quanto sono ammirabili!".


RIFLESSI

1.Ammirabili a leggersi sono i Libri divini.

2. Più ammirabili sono a meditarsi.

3. Ammirabilissimi poi sono nel cuore dei fedeli che ne praticano le massime.

Piccoli fervorini per ogni giorno della Quaresima di
Don Luigi Guanella

La misericordia del Signore 

Presentiamoci adunque con fiducia al trono della grazia, per conseguire misericordia e per trovare soccorso in tempo opportuno.
San Paolo agli Ebrei 4

1. Nessuno è più debole del bambino. Questi ricade ad ogni passo e sempre emette gemiti, ma egli è fortunato perché ad ogni sospiro di lui il padre accorre e se lo reca fra la braccia.
Tu sei quel fanciullo gracile. Cadi ad ogni passo che avanzi nel cammino della vita. Quante fragilità nella tua fanciullezza! Quante colpe di inesperienza nella tua giovinezza! Ed or che sei vecchio ormai, non è vero che sei cresciuto come quell'uomo che la Scrittura dice essere venuto fino a settanta anni, eppur che è sempre meschinello come il bambino di un anno? Ah come tu devi umiliarti nello abisso di tante tue colpe! Ma confortati in ricordare che Dio è tuo padre. Il cuore paterno è cuore che usa grazia e misericordia.
Chi non sa che un padre aiuta con più affetto, quando scorge che più miserabile è il figliuol suo? Così se tu già fossi precipitato in un abisso di gravissime colpe, basta che tu gema profondamente e Dio tosto accorrendo ti salverà.

2. Il Signore ha salvato i tre fanciulli nella fornace ardente e Daniele nel suo lago dei leoni; come non libererà te dalla fornace infernale e dalla ferocia dei demoni, veri leoni d'abisso? Molto più ti libera il Signore dacché per mezzo di Gesù Cristo istituì in questa terra medesima il suo trono di misericordia.

Quanta pietà usò Gesù agli uomini! Se tu sapessi che un amico per venirti a trovare ha compiuto un viaggio di mille miglia,tarderesti tu a credere che egli ti ami di cuore? Rimira Gesù che riguarda ansioso al figliuol prodigo, che accorre per abbracciarlo. Ricorda Gesù che sana i corpi per guarire le anime, e poi conchiudi pure che in terra il Signore usa misericordia divina.

La sede della pietà celeste è sul vertice del Calvario e chi usa misericordia è Gesù, che per liberare te da morte muore crocifisso ad un legno di infamia. Deh, se tu come Giovanni amante o come la Maddalena desolata supplichi di cuore ai piè della croce del Salvatore, è impossibile che tu non parta consolato.

3. Ma il male è che tu o non muovi passo verso al Calvario ovvero che presto ti stanchi nella via. Non essere tu il mal consigliato che brami perire piuttosto che chiamare: "Padre, salvatemi!" e affrettarti a lui.

Il monaco Eusebio, per avere in ora della santa Messa guardato con qualche curiosità a due lavoratori fuori della chiesa, si attaccò un macigno al collo e così lo portò per quarant'anni continui, ossia finché visse, dicendo: "Per quella colpa, sebben leggera, di irriverenza e di scandalo che ho commessa, voi, o occhi, non più guarderete alla bellezza del firmamento". Or quanto a te, se per ogni venialità non sei atto a sostenere sì grave penitenza, procura almeno di applicartene una minore nella recita di una semplice invocazione divota o nello esercizio di un'opera di mortificazione. Se fai solo questo, credilo pure, questo basterà perché Dio ti porga la sua destra potente e ti accompagni senza molto stento fino al monte della santità.

4.Opportuno è l'aiuto di un fedele compagno che si associ nello scabroso sentiero del monte. Più opportuno è l'aiuto dell'amico fedele, che dovendo tragittare il fiume ti accompagna entro a nave sicura. La destra di Gesù è quella che ti accompagna nel cammino ordinario sulla via del Calvario, è quella che ti incoraggia nell’incontro dei giudei schernitori, dei pagani increduli. Ma soprattutto la destra di Gesù è mano pietosa, che opportunamente ti accompagna quando dal mare della vita sei chiamato ad entrare nel mare della eternità. Quel passaggio oh quanto fa tremare ancora le anime più giuste! Or come non deve far tremare te che sei sì gran peccatore?

Ma sarai sicuro se ti affidi a Dio. La beata Mariad' Oignies vedeva in spirito al letto degli infermi la virtù di Gesù, che qual luce vivificante stendeva ad illuminare la mente, a consolare il cuore dei cristiani che si disponevano a partire da questo mondo. Pazzo ora te, se in momento sì bisognoso, potendo avere un aiuto sì poderoso, pur lo trascuri o lo sdegni.

RIFLESSI

1. In terra è il trono della divina misericordia.

2. Si trova al vertice del Calvario presso a Gesù crocifisso.

3. Vieni dunque fin là e non badare alle scabrosità che incontri nella via.

4. Non saresti pazzo se, potendo là trovar aiuto in ogni ora di calamità, tu trascurassi di venirvi?

Lo zelo per le anime redente dal sangue di Gesù Cristo


Lo zelo per le anime redente dal sangue di Gesù Cristo

Colui che avrà fatto convertire il peccatore dell'error della via sua, salverà da morte l'anima di quello e coprirà una moltitudine di peccati.
San Giacomo
1. Il figlio è l’ immagine del padre suo. Tanto gli preme al genitore il bene del figlio, come gli preme la vita del proprio cuore. Anzi non si sono veduti padri disposti a dare la vita propria per salvarla ai figliuoli diletti? Gesù Cristo, signore e padre tuo, per salvare te e i fratelli tuoi dalla morte eterna morì sul legno della croce. Or ti pare che Iddio ami i figli suoi? Ma se li ama cotanto, come è che tu appena sai muovere un passo per salvare l'anima di un fratello?

2.Immaginati perduto nel deserto della vita. Tu hai smarrito il sentiero e abbandonata la guida che ti accompagnava. Ora sei solo, solo in un mar di sabbia. Di giorno i raggi cocenti del solleone ti hanno indebolite le membra, ed or che è sera le nubi s'addensano e fanno minacciare sul tuo capo una procella rovinosissima. Intanto figurati che già le belve de ldeserto ruggiscano e che si facciano affamate incontro a te. Misero, chi ti salva? Ah, se una voce pietosa si fa udire in quel momento! Se un lampo di speranza ti viene innanzi, come lo saluti con affetto!

Ebbene, questo che tu brami per te medesimo fallo per altri. Ignazio per salvare un'anima protestava che sarebbe stato volontieri nel fuoco sino alla fine del mondo. E tu quando è che per salvare un'anima hai almeno sopportato un incomodo di più giorni?

3. Commuoviti almeno per risparmiare a Gesù tanti ludibri e tanto sangue. Un peccato mortale di pensiero acconsentito fa agonizzare Gesù nell'orto. Un peccato mortale di carnalità flagella Gesù sino al sangue. E quando un cristiano, potendo, omette di difendere la persona del divin Salvatore, egli vile si accompagna ai giudei che gridano: "Gesù alla croce! Gesù alla morte!". Or che non faresti tu per risparmiare a Gesù quel sudor di sangue, quelle carneficine, quel viaggio tormentoso al Calvario?

Ebbene, se un peccato cagiona la morte a Gesù, numera quante volte un peccatore sciagurato pone la causa della morte del divin Salvatore. Supponi che fra peccati di pensiero, di opere e di omissione un peccatore miserabile commetta almeno dieci iniquità mortali in ogni dì. Sono dunque trecento delitti in un mese e tremila seicento in un anno. Sono trecento mila in dieci anni, e se il peccatore non trova chi l'arresti nella via della iniquità, sono milioni di scelleratezze che egli viene commettendo nel corso de' suoi cinquant'anni che ancor può vivere quaggiù.

Sicché tu, cristiano, sei peggiore di un giudeo ostinato che insulta Gesù in croce. A tanto eccesso di barbarie se altri non accorre in difesa, sollecita almeno tu il passo. Salva il peccatore che infuria e fa cessare sulla terra un torrente di iniquità, che mentre ingiuria Dio desola la terra medesima che tu abiti.

4. Francesco Borgia, dopo aver considerata la cecità del peccatore che si involge nel delitto, si affrettava a modo di atterrito e esclamava: "Si trovano ancora cristiani che offendono Dio? Ah come è possibile credere che Dio esiste e poi ingiuriarlo?". Caterina da Siena quando sapeva di un'anima che bisognava salvarla, levavasi dall'orazione e si affrettava là dove un condannato a morte si ostinava a morire impenitente.

Interrogata,rispondeva di non poter tenersi dal portare a quegli sventurati le consolazioni di Cristo e di tuffarne le anime nel sangue del Figliuol di Dio che ha nome di Gesù ossia di Salvatore, e diceva quando aveva consegnato a Gesù qualche anima: "Io rimaneva allora sulla terra con grandissima invidia".

Muoviti dunque, o cristiano, a pietà delle anime come Gesù Cristo si è mosso a compassione dell'anima tua, e industriati di far cessare tanti peccati perché le anime tutte si salvino nel sangue benedetto di Gesù.


RIFLESSI

1. Iddio ama da buon padre i figli suoi e li vuole salvi.

2. Che cosa hai sopportato per salvare l'anima dei fratelli?

3. Risparmia a Gesù tanti ludibri!

4. Industriati perché nessuno offenda più Dio!

I mali della bugia

Piccoli fervorini per ogni giorno della Quaresima di 
Don Luigi Guanella

I mali della bugia 

La mia mente mediterà la verità e le mie labbra detesteranno l'empio.
Proverbi 8

1.Negli Atti apostolici si legge un fatto che deve far inorridire il cuore di ogni mentitore. Solevano i primi fedeli portare ai piedi degli apostoli la somma delle proprie sostanze per dividerle con i fratelli poveri. Anania e Saffira, volendo figurare elemosinieri eppur dolendo loro di privarsi del proprio,pensarono di portare a Pietro parte soltanto del valore ricavato da un loro podere.
Ma Pietro che se ne avvide disse ad Anania: "Perché hai tu osato mentire? Ricorda che non hai mentito ad un uomo, ma allo Spirito Santo". In dir ciò Anania cadde morto. Poco stante venne Saffira mantenendo lo stesso linguaggio della bugia. E Pietro di nuovo: "Anche tu dunque osasti mentire contro lo Spirito Santo? Gli uomini che portarono già il cadavere di Anania verranno a seppellire il tuo medesimo". Al tuono di questa voce Saffira morì pure improvvisamente.

Or va tu e di' ancora che una bugia sebben leggiera è poco male. Credilo che è male pessimo. Il tuo cuore è specchio nel quale si riflette l'immagine dell’Altissimo. Che orrore è deturpar con finzione quello specchio prezioso!
Il divin Salvatore scelse un dì dalla turba un drappello di fanciulli innocenti e rivolto al popolo disse: "Se voi non vi fate come questi fanciulli, non entrerete nel regno de' cieli". L'indole del fanciulletto è dire sì quando è sì, no quando è no, senza ombra di inganno, ed è perciò che sono a tutti carissimi. L'indole del tuo cuore come è ?

Andrea Avellino e Alfonso de' Liguori proferirono non so qual bugia leggiera in difendere una causa ecclesiastica. Leggendo poi le Sacre Scritture trovarono questa sentenza: "La bocca che mentisce uccide l'anima propria". Alfonso ed Andrea presero ad affliggersene tanto che, abbandonata subito l'avvocatura, attesero al ministero migliore di santificare le anime nello esercizio dell'ufficio sacerdotale. E tu per tante bugie e sì gravi finora e studiate e proferite, quanto hai già pianto fin qui?

2. Se vuoi riuscir salvo, non proferisci in persona bugia veruna, e guardati egualmente da ascoltare le menzogne altrui, specialmente se attendono a farti danno all'anima. San Giovanni riposava per un momento sotto il tetto di una casa, quando udì che là entro un Corinto bugiardo ossia bestemmiatore mentiva contro a Dio. Allora esclamò l'apostolo: "Usciamo da qui, usciamo da qui per non perire!".

Odi tu i mendaci i quali calunniando dicono: "Dio non è... o che non provvede... ovvero che non si cura dei peccati degli uomini"? Hai ascoltati discorsi che proferiscono: "Che importa a Dio dei patimenti dell'uomo, ovvero che il Signore non ha bisogno delle tue feste"? Quando odi queste
massime, tu fuggi, fuggi o temi che la terra non si sprofondi ancora sotto i tuoi piè e che l'inferno non ti assorba vivente. Uh che malizia a mettere la propria lingua in cielo e bestemmiare e mentire contro l'Altissimo!

3. Un tale Marcione passeggiava per le contrade di Efeso mormorando ancor egli come un satanasso contro il Signore, quando si abbatté col vescovo Policarpo, che gli fu già compagno di scuola nella tenera età. A Policarpo domandò dunque Marcione: "Mi conosci tu?". E questi: "Sì, ti riconosco, tu sei il figliuol primogenito di Satanasso", e fuggì lontano.

Fuggi tu stesso dall'empio! Se Lucifero ti apparisse in orrenda figura di demonio, avresti tu orrore alto? Ma più devi averne dei figli della menzogna, i quali cercano di venire a te quando in forma di angelo e quando nella figura lusinghiera del serpente in color d'oro. Pure come è vero che Lucifero è il principe della bugia ed il mentitore fin da principio, così è verissimo che sulla terra mantiene i suoi ministri a continuare l'opera infernale di seduzione. Questi ministri sono gli stessi uomini che nel loro cuore spontaneamente albergano lo spirito della menzogna. Li credereste?, sono tanti, eppure continuano a moltiplicarsi nel mondo corrotto e corrompitore. Tu medesimo chissà che più di una volta ti sia lasciato adescare da quelli.

4. L'uomo d'armi che è colto in una bugia ignominiosa, che orrore ne prova in se medesimo! Tanto vale la parola come vale l'uomo, ma se tu sei trovato in qualche modo mendace vizioso, il mondo del popolo dirà che tu sei un maligno. Perciò avanti di parlare, pensa a ciò che sei per dire e non imitare i fanciulloni, i quali prima parlano e poi pensano e di poi giudicano.

Soprattutto negli affari d’interesse ragguardevole medita assai profondamente. Gesù Cristo, per darti esempio, avanti di predicare il suo Evangelo si dispose con trenta anni di solitudine. I Bernardi, i Giovanni di Dio e tutti in genere i personaggi illustri, che con forza di predicazione o con l'esempio di sante istituzioni riuscirono a promuovere, si disposero con esercizi assai prolungati di preghiera e di meditazione. A suo tempo i discorsi che loro uscivano dalle labbra erano considerati come oracoli e le loro parole si raccoglievano come massime di salute.

Or come è che tu parli assai e poi che non ottieni altresì molte cose? Avviene ciò perché tu, avanti di parlare, non mediti i consigli che sei per disporre.

RIFLESSI

1. Una bugia volontaria è peggior male che la morte.

2. Le bugie poi degli empi sono un male pessimo.

3. Bugie cosiffatte sono orrende come Satana principe della menzogna.

4. Sicché avanti di proferire un discorso tu devi ben meditarlo nel cuor tuo.

mercoledì 6 marzo 2013

I 12 gradini della superbia


I 12 gradini della superbia

I gradino
La curiosità:
andare alla ricerca di ciò che non ci riguarda
II gradino
La leggerezza:
parlare senza discernimento

III gradino
l'allegria degli stolti

IV gradino
L'ostentazione di sè:
parlare continuamente

V gradino
Il culto di sè:
Vantarsi delle proprie cose

VI gradino
L'arroganza:
credersi il migliore

VII gradino
La presunzione:
ingerirsi in ogni cosa

VIII gradino
difesa delle proprie colpe

IX gradino
Confessione ipocrita di colpe
non commesse per ingannare l'opinione altrui

X gradino
ribellione contro i superiori e i fratelli

XI gradino
libertà di peccare

XII gradino
abitudine al peccato

( san Bernardo )

La croce dei patimenti è segnale di salvezza

Piccoli fervorini per ogni giorno della Quaresima di 
Don Luigi Guanella

La croce dei patimenti è segnale di salvezza 

È legno di vita (la croce) a questi che la appresero; colui poi che la tenne, egli è beato.
Proverbi 34

1. Molti sono i mali della vita, ma il più tormentoso affanno è quello della eternità avvenire. Il tuo cuore ti domanda: "Sarò io salvo o sarò dannato?". E tu non sai che rispondere e ti affliggi vivamente nell'animo. Se un angelo scendesse a dirti: "Tu sarai certamente salvo", credo che non sapresti meglio sfogare la tua gioia che in esclamare con tripudio: "Sono salvo, sono salvo! Me beato che sono per sempre salvo!".

Or bene, se ti preme sapere intorno a sì alto interesse, tu non hai che ad interrogare il tuo cuore: "Ami tu la croce delle mortificazioni? Ami la croce della penitenza?". Se il cuore ti risponde che sì, allora confortati, perché il legno di croce è segnale di vita, come è caparra di salute al naufrago la tavola che ha potuto abbrancare in mezzo alle onde furiose di tempestoso mare.

2. Davide si abbracciò alla tavola della penitenza e pianse sì cordialmente che ancor di notte i suoi occhi erano inondati di pianto. Arsenio lacrimò così assiduamente che alfine perdette la vista. Altri si trovano che per eccessivo dolore di tante loro iniquità caddero morti ai piè del sacro ministro che li veniva confortando.

Un figlio sciagurato può ben insolentire contro all'ottimo padre, ma quando in un eccesso di furore gli ebbe scagliato un coltello nel cuore e che or se lo vede palpitante in un lago di sangue, ah!, chi può arrestare lo sventurato dalle smanie e dagl’urli inconsolabili? E tu, che forse più di una volta hai aperto il costato a Gesù, piangi almeno di cuore?

3. Quando una persona è desolata, pensa al suo dolore e non le resta tempo per curarsi di divertimenti e di vanità5. Chi è in lutto nemmeno bada alla squisitezza di vitto, alla eleganza di vestito. Se uno l'offende non si cura, se altro fratello lo trascura non se ne avvede. Le stesse malattie di corpo sono peso leggero al confronto del cordoglio che uno sente nell'animo. Pensalo tu se egli si dolga dei patimenti di caldo, di freddo, di fame o di fatica. Questi mali sono gioie al paragone di chi si sente pungere il cuore da una spina di dolore.

Or come è che tu sopporti le croci di patimento di ogni dì? Si trovano cristiani molto dolenti, i quali per sé desiderano sempre il peggior trattamento, e quando pregano Iddio lo supplicano di cuore a concedere loro molte croci di sofferenze ed a donar loro la forza per sopportarle fino al vertice del monte Calvario. E tu quante preci fervorose hai rivolto a Dio, perché si accrescano in te le croci di patimento?

4. Stretta che tu abbia poi la croce dei patimenti, devi tenerla unita a te e non staccarla mai dal cuor tuo. Se la croce è la tavola di salvezza nel mare tempestoso della vita, tu devi abbracciarti a questa fino al porto, perché se ti stacchi un momento prima di afferrare la terra ferma, tu perisci egualmente. Quanti che abbracciano le croci di patimento per un tempo e poi che si stancano di portarle sino al termine della vita! Infelici, erano già a vista del paradiso ed ora sprofondano negli abissi!

5. Ah, possa almeno tu durarla sino alla fine per essere beato! Questa beatitudine è doppia. L'una è in terra ed è il testimonio della buona coscienza, è la gioia che proviene al figlio il quale suda in lavori per l’interesse della paterna casa; l'altra beatitudine è la vera e perfetta. Questo è il godimento intimo che provano i santi in cielo, giacché è scritto che beato è colui che sino al termine si attenne alla croce.


RIFLESSI

1. La croce della penitenza è segno di salvezza.

2. Questa croce è il dolore delle colpe commesse.

3. Ed è altresì la mortificazione dei sensi scorretti.

4. A questa croce bisogna tenersi stretti sino al termine della vita.

5. Perché solo a questa condizione il cristiano è beato.

Il Signore è l'aiuto mio, io non temerò checché sia per farmi l'uomo. Salmo1173


Piccoli fervorini per ogni giorno della Quaresima di

Don Luigi Guanella



Il Signore è l'aiuto mio, io non temerò checché sia per farmi l'uomo.
Salmo1173

1.Nella famiglia di un padre si trovano figliuoli buoni e figliuoli cattivi. I buoni che sopportano le scapestrerie dei tristi piacciono tanto più al genitore. Questi poi per tenerezza di affetto nel giorno del bisogno porge ai dabben figli tutto l'appoggio della casa sua. Figurati che lo stesso accada nella famiglia del celeste Padre. Si trovano nella casa della Chiesa di Gesù Cristo i buoni cristiani mescolati con i cristiani tristi, cogli stessi infedeli crudi. Ma tu devi riflettere che il Signore dal cielo tutto vede, ed egli come è compreso di affetto per i dabben figliuoli, tanto si accende di zelo verso ai figli tristi.

Non lo vedesti già in Caino invidioso e sacrilego? Finché l'iniquo spregiò Iddio con sacrifici strapazzati, il Signore parve tollerare, ma quando volle portar le mani contro dell'innocente fratello, allora Iddio fu sopra a Caino e gli inflisse quel terribile castigo che si legge nei libri di Mosè.
Sicché il dover tuo è di pregare e perdonare, e se intanto un tristo viene per farti male, tu confortati in dire: "Il Signore è il mio aiuto". Indirlo rianima la tua fede, perché se Iddio è con te, che cosa ti può fare mai l'uomo?

2. Bada però che la tua confidenza in Dio sia piena, e intanto guardati da ogni malanimo contro il tuo avversario. Detesta le sue opere di iniquità come una piaga mortifera, ma ama il ben della sua anima, come il medico pietoso che, mentre aborre l'ulcere contagiosa, compatisce allo infermo desolato.

Sarà poi buon segnale che tu ami, se del tuo nemico non discorra malamente, ma con parole di affetto e di compatimento. Questa buona disposizione d'animo piace siffattamente al Signore, che talora a favore di figli sì diletti opera persino prodigi di protezione, come li usò a favor di Davide perseguitato da Saul rabbioso, e come a favore di più altri.

"Non temi tu?", disse un assassino feroce a Martino di Tours. E questi: "Nulla". Ed il ladrone a lui: "Non sai che io ti posso trapassare con quest'arma?...". Soggiunse allora Martino: "Quello che io so con sicurezza è che verun uomo potrà mai torcermi un capello del capo, se Dio nol permetta". Lo sciagurato, atterrito, sen fuggì.

3. Se non fosse stato l'aiuto manifesto del Signore, come avrebbero potuto gli apostoli sfuggire l'ira degli ebrei? Credi tu che i ministri della religione pagana avrebbero tardato a farli in mille pezzi? Invece trovi che gli apostoli, finché a Dio piacque, passarono immuni da qualsiasi attentato. Non ha perfino Iddio mandato il suo angelo a liberare Pietro dalla carcere di Gerusalemme? Gli apostoli camminavano con fiducia perché Gesù già l'aveva loro confermato: "Io vi darò luce alla mente e coraggio all'animo per rispondere ai giudici nei tribunali, ai maestri nelle cattedre".

Tu che forse fosti eletto a partecipare della missione apostolica, non hai già provato in più riprese l'aiuto visibile del Signore? Che dubiti dunque tu? Affidati pure coraggioso a quell'altre imprese maggiori di salute più universale, e vedrai se è vero che chi confida nel Signore non viene mai meno.

4. Vuolsi poi a meritarti l'appoggio del braccio dell'Onnipotente la cooperazione tua. Se gli apostoli non si fossero mossi da Gerusalemme, non avrebbero trovati quei trionfi di conversione che incontrarono fra le turbe delle genti. Questo zelo apostolico devi manifestarlo tu medesimo nelle opere di quell'ufficio che Dio ti assegnò.

Vincenzo de' Paoli che si diede tutto a tutti, Francesco di Sales che a pro dei fratelli erranti diede tutti gli affetti del cuor suo, piacquero tanto a Dio come tu sai. Ed agli uomini medesimi, sebbene o contrari o tristi, apparvero degni di rispetto. In tal guisa poterono compiere tutte quelle opere di comune salute che sono descritte nei volumi della loro vita.

Tu, perché in operare non ti muovi con fervore di buona volontà, non fai che deplorare intorno ai tempi e piangere sulle persone, senza dare un passo a salvarle. Provati a confidar in Dio e ad operare altresì con forza. Non dubito punto che mostrandoti glorioso non possa tu medesimo attestare con gioia: "Ho confidato nel Signore e non ho mai temuto checché mi abbia minacciato l'uomo!".

RIFLESSI

1. Nella famiglia del celeste Padre sono i cattivi figliuoli con i buoni, ma se tu confidi nel Signore egli ti proteggerà.

2. Intanto affidati al Signore pienamente.

3. Se non fosse stato per l'aiuto divino, come avrebbero potuto gli apostoli sfuggire le ire dei tristi?

4. Ma nello stesso tempo che confidi nell'aiuto di Dio, adoperati altresì con le forze tue, come già operano gli uomini apostolici del tuo tempo.

martedì 5 marzo 2013

Attenzione per ben morire 

Piccoli fervorini per ogni giorno della Quaresima di 
Don Luigi Guanella


Se non starai attento, io verrò a te come un ladro e tu non saprai in quale ora ti colga. 
Apocalisse31 

1. Il padre che ama dice talora al figlio: "Obbedisci o ti castigo". La madre, che ama anche più, ripete lo stesso ancor più di frequente. Iddio, signore e padre tuo, il quale ti ama più che non amino tutti i genitori il proprio figlio, ti avvisa: "Sta attento perché io ti potrò cogliere all'improvviso e castigare". Ben altrimenti operano il padrone severo, il giudice rigoroso. Questi, dopo aver dati i loro ordini, stanno in attenzione e ti castigano la prima volta che ti colgano in fallo. Da questo tu devi intendere che, fin che tu viva, il Signore non vuol usare teco il rigore del padrone o del giudice, ma la benignità di padre, epperò ti ammonisce: "Sta attento". Fa così perché a castigare par che ne provi egli stesso più rammarico che tu dolore in essere ripreso. 

2. Però guai a te se imiti il discorso dei figli tristi, i quali dicono: "Mio padre è buono... ed io mi posso scapricciare a talento. Mio padre perdona, ed io tanto posso divertirmi in una notte di bagordi come in cento giorni di disordine". Dunque perché il padre è buono tu lo ingiuri? Dunque perché perdona tu mandi in rovina le sostanze della casa sua?... Credilo, non è discorso sì iniquo come questo tuo, e i figli pessimi che usano questa diabolica pratica non è possibile che non si trovino ancora pessimamente al punto di morte. Lo conferma l'apostolo delle Indie san Francesco Saverio: "Quelli che in vita hanno abusato della divina misericordia, questi nel punto di morte disperano affatto del perdono". 

Figurati un figliuolo il quale, dopo avere attentato alla vita ed all'onore del padre, sia corso come uno scellerato ad avvilirsi in tutte le laidezze, a macchiarsi in ogni delitto di tradimento. Lo sciagurato, quando dai falsi amici sia poi ributtato come un cencio, può egli con animo amorevole rivolgersi al padre? Scorgerai che, se lo invoca, lo fa in atto di disperazione, come praticò Antioco. Lo sciagurato in considerare il danno che gliene deriva imita Giuda, il quale pianse ma non si convertì. Guai a te se, perché Iddio è buono, tu ti incoraggi a vilipenderlo! Che direbbero i giusti che sono i tuoi fratelli santi? E la giustizia, che in Dio è attributo santissimo, come non griderebbe di continuo: "Vendica l'iniquo!... Castigalo scellerato!...". E se il Signore sia costretto a punirti, credi tu che non abbia la destra potente a farlo? 

3. Sicché molto meglio è che ti arrenda spontaneo e per tempo. Sei nella casa del Padre tuo; perché non lavori come un figliuolo obbediente? Il Signore numera non solo i passi tuoi, ma anche i pensieri più minuti della mente, gli affetti più nascosi del cuore. Pensa dunque: "Dio mi vede, Dio mi vede!", e con questa massima segui a fare tutto quel bene che ti è possibile. 
Pensa parimenti che il Signore giunge all'impensata. Chi t'assicura che non sia ormai in via per raggiungerti? Ti è forse apparso un angelo per dirti che tu vivrai ancora i venti, i cinquant'anni? E se tu continuassi ancor per tanto la vita quaggiù, che sono dunque i cinquanta, i cento anni al confronto dei secoli eterni? Sono un'ora di tempo che il Signore ti concede perché ti disponga alla eternità avvenire. Sicché tu devi vivere ogni dì come se in ogni dì dovessi morire. Così faceva san Paolo, il quale però lasciò scritto: "Quotidie morior2. Mi dispongo a morire in ogni giorno perché in qualsiasi dì il Signore mi può visitare". 

Per vero non è sciocchezza vivere un sol momento nello stato in cui non vorresti trovarti nel punto di morte? Però i solitari della Tebaide, non contenti di dare alla morte uno sguardo generale, lo davano in particolare conchiudersi ancor vivi chi nelle caverne, chi in una fossa. Gli altri fratelli, i quali sono arrivati a salute eterna, vi pervennero con pensare di continuo alla morte e conversando famigliarmente con essa. Matilde regina si recava coi figli alla tomba del marito. Francesco Borgia fissava i suoi propositi sul cadavere della regina Isabella. Gerolamo ed Agostino, Tommaso e Carlo Borromeo conservavano innanzi a sé un teschio da morto per ricordarsi ad ogni ora che tutti siamo tratti dalla polvere e che nella polvere ritorneremo. 

Beato te, se come quei tuoi saggi fratelli così disporrai te stesso a ben morire! Che impedisce che almeno una volta nel mese scelga un giorno per confessarti come se avessi a morire, per comunicarti e aggiustare le partite della tua coscienza come se in quel dì tu avessi a passare da questa vita? Credilo, muore bene colui che santamente si dispone a quel passaggio. Quegli poi che di continuo tiene nel cuore la memoria della morte, costui non sarà più possibile che pecchi né in molto né in poco. 

RIFLESSI 

1. Il Signore minaccia come un buon padre perché da parte sua non vorrebbe mai castigare. 

2. Ma se tu prendi ansa a riderti di lui, ricorda che Iddio in punire ha braccio forte. 

3. Sicché il meglio è che tu obbedisca da buon figlio e che intanto operi il bene, finché Dio venga a prenderti seco.