martedì 5 marzo 2013

Attenzione per ben morire 

Piccoli fervorini per ogni giorno della Quaresima di 
Don Luigi Guanella


Se non starai attento, io verrò a te come un ladro e tu non saprai in quale ora ti colga. 
Apocalisse31 

1. Il padre che ama dice talora al figlio: "Obbedisci o ti castigo". La madre, che ama anche più, ripete lo stesso ancor più di frequente. Iddio, signore e padre tuo, il quale ti ama più che non amino tutti i genitori il proprio figlio, ti avvisa: "Sta attento perché io ti potrò cogliere all'improvviso e castigare". Ben altrimenti operano il padrone severo, il giudice rigoroso. Questi, dopo aver dati i loro ordini, stanno in attenzione e ti castigano la prima volta che ti colgano in fallo. Da questo tu devi intendere che, fin che tu viva, il Signore non vuol usare teco il rigore del padrone o del giudice, ma la benignità di padre, epperò ti ammonisce: "Sta attento". Fa così perché a castigare par che ne provi egli stesso più rammarico che tu dolore in essere ripreso. 

2. Però guai a te se imiti il discorso dei figli tristi, i quali dicono: "Mio padre è buono... ed io mi posso scapricciare a talento. Mio padre perdona, ed io tanto posso divertirmi in una notte di bagordi come in cento giorni di disordine". Dunque perché il padre è buono tu lo ingiuri? Dunque perché perdona tu mandi in rovina le sostanze della casa sua?... Credilo, non è discorso sì iniquo come questo tuo, e i figli pessimi che usano questa diabolica pratica non è possibile che non si trovino ancora pessimamente al punto di morte. Lo conferma l'apostolo delle Indie san Francesco Saverio: "Quelli che in vita hanno abusato della divina misericordia, questi nel punto di morte disperano affatto del perdono". 

Figurati un figliuolo il quale, dopo avere attentato alla vita ed all'onore del padre, sia corso come uno scellerato ad avvilirsi in tutte le laidezze, a macchiarsi in ogni delitto di tradimento. Lo sciagurato, quando dai falsi amici sia poi ributtato come un cencio, può egli con animo amorevole rivolgersi al padre? Scorgerai che, se lo invoca, lo fa in atto di disperazione, come praticò Antioco. Lo sciagurato in considerare il danno che gliene deriva imita Giuda, il quale pianse ma non si convertì. Guai a te se, perché Iddio è buono, tu ti incoraggi a vilipenderlo! Che direbbero i giusti che sono i tuoi fratelli santi? E la giustizia, che in Dio è attributo santissimo, come non griderebbe di continuo: "Vendica l'iniquo!... Castigalo scellerato!...". E se il Signore sia costretto a punirti, credi tu che non abbia la destra potente a farlo? 

3. Sicché molto meglio è che ti arrenda spontaneo e per tempo. Sei nella casa del Padre tuo; perché non lavori come un figliuolo obbediente? Il Signore numera non solo i passi tuoi, ma anche i pensieri più minuti della mente, gli affetti più nascosi del cuore. Pensa dunque: "Dio mi vede, Dio mi vede!", e con questa massima segui a fare tutto quel bene che ti è possibile. 
Pensa parimenti che il Signore giunge all'impensata. Chi t'assicura che non sia ormai in via per raggiungerti? Ti è forse apparso un angelo per dirti che tu vivrai ancora i venti, i cinquant'anni? E se tu continuassi ancor per tanto la vita quaggiù, che sono dunque i cinquanta, i cento anni al confronto dei secoli eterni? Sono un'ora di tempo che il Signore ti concede perché ti disponga alla eternità avvenire. Sicché tu devi vivere ogni dì come se in ogni dì dovessi morire. Così faceva san Paolo, il quale però lasciò scritto: "Quotidie morior2. Mi dispongo a morire in ogni giorno perché in qualsiasi dì il Signore mi può visitare". 

Per vero non è sciocchezza vivere un sol momento nello stato in cui non vorresti trovarti nel punto di morte? Però i solitari della Tebaide, non contenti di dare alla morte uno sguardo generale, lo davano in particolare conchiudersi ancor vivi chi nelle caverne, chi in una fossa. Gli altri fratelli, i quali sono arrivati a salute eterna, vi pervennero con pensare di continuo alla morte e conversando famigliarmente con essa. Matilde regina si recava coi figli alla tomba del marito. Francesco Borgia fissava i suoi propositi sul cadavere della regina Isabella. Gerolamo ed Agostino, Tommaso e Carlo Borromeo conservavano innanzi a sé un teschio da morto per ricordarsi ad ogni ora che tutti siamo tratti dalla polvere e che nella polvere ritorneremo. 

Beato te, se come quei tuoi saggi fratelli così disporrai te stesso a ben morire! Che impedisce che almeno una volta nel mese scelga un giorno per confessarti come se avessi a morire, per comunicarti e aggiustare le partite della tua coscienza come se in quel dì tu avessi a passare da questa vita? Credilo, muore bene colui che santamente si dispone a quel passaggio. Quegli poi che di continuo tiene nel cuore la memoria della morte, costui non sarà più possibile che pecchi né in molto né in poco. 

RIFLESSI 

1. Il Signore minaccia come un buon padre perché da parte sua non vorrebbe mai castigare. 

2. Ma se tu prendi ansa a riderti di lui, ricorda che Iddio in punire ha braccio forte. 

3. Sicché il meglio è che tu obbedisca da buon figlio e che intanto operi il bene, finché Dio venga a prenderti seco. 

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