domenica 17 febbraio 2013

Discernimento spirituale: i nemici dell'anima 

Durante la vita l'uomo è tenuto ad affrontare un'ardua prova di discernimento e combattimento spirituale dal quale dipenderà poi il proprio fine eterno. La vita dell'uomo sulla terra è un combattimento (Giobbe 7,1) - La lotta consiste in un susseguirsi di assalti alla nostra anima denominati tentazioni. Gli avversari sono tre: il demonio, il corpo umano ed il mondo. Un breve sguardo. Demonio - Menzognero e iniquo per eccellenza, nemico giurato di Dio, fortissimo, dotato di intelligenza acuta e di gran lunga superiore a quella dell'uomo, il demonio lavora incessantemente con l'unico scopo di farci cadere nel peccato. Assassino, ingannatore, seduttore, affascinatore arriva anche a camuffarsi da angelo di luce per trarre le sue vittime in inganno, la sua forza però è dominata dalla Volontà di Dio e non può fare più di quanto Dio gli permetta. Il Signore, nella Sua Somma Sapienza, gli concede una certa libertà ...

... affinchè si attuino i Suoi disegni provvidenziali e perchè si possano accumulare per noi meriti in Cielo.

Il corpo umano

Il diavolo pur pericoloso resta un entità esterna che la ferma volontà può bloccare. Il corpo umano invece forse è ancor più subdolo perchè essendo un tutt'uno inscindibile dalla nostra anima è un nemico interno. Il dissesto generato dal peccato originale fa si che la natura si ribelli allo spirito e consenta al corpo umano e alle sue pulsioni di opporre resistenza e di sopraffare sia ragione che volontà. Il corpo dunque segue una legge che è in contrasto con quella dell'anima tanto da spingerci a un combattimento contro noi stessi. Il demonio, ovviamente, ne sa ben approfittare: sobilla queste tendenze, le amplifica per piegare ancor di più la volontà al male e farci cadere irreparabilmente. L'anima è tenuta a resistere per mezzo del suo libero arbitrio; finchè è risoluta a non cedere alla tentazione, qualunque cosa avvenga nel suo essere, non ha colpa alcuna, anzi resta vittoriosa.

Il mondo

Il terzo nemico spirituale è il mondo, l'alleato di satana. Per mondo si intende l'insieme di coloro che vivono materialmente, senza badare alla vita dello spirito, coloro che vivono dei piaceri terreni, dall'appagamento dei sensi. Il mondo è posto sotto il maligno, chi se ne lascia vincere diviene suo schiavo. La legge del mondo è il piacere presente procurato dalla cosiddetta Triplice Concupiscenza: occhi, corpo e superbia della vita. G.M. (liberamente tratto da "Le Tentazioni" di Don Giuseppe Tomaselli)

Don Enzo Boninsegna

Diffondete gli ottimi libri dell'infaticabile Don Enzo Boninsegna!

Sant'Agostino e Sant'Ignazio di Loyola... due tra i grandi Santi che hanno imboccato la via della conversione e della santità anche grazie alle buone letture che hanno fatto.
E oggi, come vanno le cose? La stampa "cattiva"... è un diluvio di vizi e di menzogne! Quella considerata "buona"... spesso non è buona! E quella che è "buona" davvero... essendo ignorata o combattuta dai lontani e trascurata
da troppi "buoni cristiani", è ridotta ai minimi termini.
Se si continua su questa strada, a farne le spese sarà la "Verità" e più ancora le molte anime che, pur essendo assetate di "Verità", non sapranno dove trovarla.
Esaminando i pensieri che trovi cliccando su "Hanno detto..." puoi comprendere più a fondo quanto sia importante leggere e diffondere stampa veramente cristiana.
Diffondi tra i tuoi amici e conoscenti queste pubblicazioni che trattano temi purtroppo oggi dimenticati o combattuti, perché scomodi e controcorrente.


http://www.libricattolici.it/www.php?url=chisono

I pagani oggetto dell’ira di Dio


I pagani oggetto dell’ira di Dio 


18 In realtà l’ira di Dio si rivela dal cielo contro ogni empietà e ogni ingiustizia di uomini che soffocano la verità nell’ingiustizia, 19 poiché ciò che di Dio si può conoscere è loro manifesto; Dio stesso lo ha loro manifestato. 20 Infatti, dalla creazione del mondo in poi, le sue perfezioni invisibili possono essere contemplate con l’intelletto nelle opere da lui compiute, come la sua eterna potenza e divinità; 21 essi sono dunque inescusabili, perché, pur conoscendo Dio, non gli hanno dato gloria né gli hanno reso grazie come a Dio, ma hanno vaneggiato nei loro ragionamenti e si è ottenebrata la loro mente ottusa. 22 Mentre si dichiaravano sapienti, sono diventati stolti 23 e hanno cambiato la gloria dell’incorruttibile Dio con l’immagine e la figura dell’uomo corruttibile, di uccelli, di quadrupedi e di rettili.

24 Perciò Dio li ha abbandonati all’impurità secondo i desideri del loro cuore, sì da disonorare fra di loro i propri corpi, 25 poiché essi hanno cambiato la verità di Dio con la menzogna e hanno venerato e adorato la creatura al posto del creatore, che è benedetto nei secoli. Amen.

26 Per questo Dio li ha abbandonati a passioni infami; le loro donne hanno cambiato i rapporti naturali in rapporti contro natura.
27 Egualmente anche gli uomini, lasciando il rapporto naturale con la donna, si sono accesi di passione gli uni per gli altri, commettendo atti ignominiosi uomini con uomini, ricevendo così in se stessi la punizione che s’addiceva al loro traviamento.

28 E poiché hanno disprezzato la conoscenza di Dio, Dio li ha abbandonati in balìa d’una intelligenza depravata, sicché commettono ciò che è indegno, 29 colmi come sono di ogni sorta di ingiustizia, di malvagità, di cupidigia, di malizia; pieni d’invidia, di omicidio, di rivalità, di frodi, di malignità; diffamatori, 30 maldicenti, nemici di Dio, oltraggiosi, superbi, fanfaroni, ingegnosi nel male, ribelli ai genitori, 31 insensati, sleali, senza cuore, senza misericordia. 32 E pur conoscendo il giudizio di Dio, che cioè gli autori di tali cose meritano la morte, non solo continuano a farle, ma anche approvano chi le fa.

sabato 9 febbraio 2013

Cielo, i modernisti!

Cielo, i modernisti!

Ps: notare l'Angelo che volta le spalle a Gesù !!!
Ho sempre pensato che i modernisti fossero un passo avanti a noi poveri Cattolici che nella Via Crucis abbiamo solo 14 Stazioni, loro ora ne hanno ben 15 !!!









venerdì 8 febbraio 2013

No alla Comunione sulle mani!

Sant'Eutichiano, Papa dal 275 al 283, affinché non abbiano a toccarle con le mani, proibisce ai laici di portare le sacre Specie agli ammalati: «Nullus præsumat tradere communionem laico vel femminæ ad deferendum infirmo» (Nessuno osi consegnare la comunione ad un laico o ad una donna per portarla ad un infermo).
il Concilio di Rouen, verso il 650, proibendo al ministro dell'Eucarestia di deporre le sacre Specie sulla mano del comunicando laico: «[Presbyter] illud etiam attendat ut eos [fideles] propria manu communicet, nulli autem laico aut fœminæ Eucharistiam in manibus ponat, sed tantum in os eius cum his verbis ponat: "Corpus Domini et sanguis prosit tibi in remissionem peccatorum et ad vitam æternam". Si quis hæc transgressus fuerit, quia Deum omnipotentem comtemnit, et quantum in ipso est inhonorat, ab altari removeatur» ([Il presbitero] baderà anche a questo: a comunicare [i fedeli] di propria mano; a nessun laico o donna deponga l'Eucarestia nelle mani, ma solo sulle labbra, con queste parole: "Il corpo e il sangue del Signore ti giovino per la remissione dei peccati e per la vita eterna". Chiunque avrà trasgredito tali norme, disprezzato quindi Iddio onnipotente e per quanto sta in lui lo avrà disonorato, venga rimosso dall'altare).
Al contrario gli Ariani, per dimostrare che non credevano nella divinità di Gesú, e che ritenevano l'Eucarestia come pane puramente simbolico, si comunicavano stando in piedi e toccando con le proprie mani le sacre Specie. Non per nulla sant'Atanasio poté parlare dell'apostasia ariana.
Quando san Tommaso (Summa Theologica, III, q. 82, a 3) espone i motivi che vietano ai laici di toccare le sacre Specie, non parla di un rito di recente invenzione, ma di una consuetudine liturgica antica come la Chiesa. Ben a ragione il Concilio di Trento non solo poté affermare che nella Chiesa di Dio fu consuetudine costante che i laici ricevevano la Comunione dai sacerdoti, mentre i sacerdoti si comunicavano da sé; ma addirittura che tale consuetudine è di origine apostolica (Denzinger, 881). Ecco perché la troviamo prescritta nel Catechismo di san Pio X (Questioni 642-645). Ora tale norma non è stata abrogata: nel Nuovo Messale Romano, all'articolo 117, si legge che il comunicando tenens patenam sub ore, sacramentum accipit (tenendo la patena sotto la bocca, prenda il sacramento)

mercoledì 6 febbraio 2013

John Henry Newman


John Henry Newman


“[…]Per trenta, quaranta, cinquant’anni ho cercato di contrastare con tutte le mie forze lo spirito del liberalismo nella religione. Mai la santa Chiesa ha avuto maggiore necessità di qualcuno che vi si opponesse più di oggi, quando, ahimè! si tratta ormai di un errore che si estende come trappola mortale su tutta la terra; e nella presente occasione, così grande per me, quando è naturale che io estenda lo sguardo a tutto il mondo, alla santa Chiesa e al suo futuro, non sarà spero ritenuto inopportuno che io rinnovi quella condanna che già così spesso ho pronunciato. Il liberalismo in campo religioso è la dottrina secondo cui non c’è alcuna verità positiva nella religione, ma un credo vale quanto un altro, e questa è una convinzione che ogni giorno acquista più credito e forza. È contro qualunque riconoscimento di una religione come vera. Insegna che tutte devono essere tollerate, perché per tutte si tratta di una questione di opinioni. La religione rivelata non è una verità, ma un sentimento e una preferenza personale; non un fatto oggettivo o miracoloso; ed è un diritto di ciascun individuo farle dire tutto ciò che più colpisce la sua fantasia.
La devozione non si fonda necessariamente sulla fede. Si possono frequentare le chiese protestanti e le Chiese cattoliche, sedere alla mensa di entrambe e non appartenere a nessuna. Si può fraternizzare e avere pensieri e sentimenti spirituali in comune, senza nemmeno porsi il problema di una comune dottrina o sentirne l’esigenza. Poiché dunque la religione è una caratteristica così personale e una proprietà così privata, si deve assolutamente ignorarla nei rapporti tra le persone. Se anche uno cambiasse religione ogni mattina, a te che cosa dovrebbe importare? Indagare sulla religione di un altro non è meno indiscreto che indagare sulle sue risorse economiche o sulla sua vita familiare. La religione non è affatto un collante della società. Finora il potere civile è stato cristiano. Anche in Nazioni separate dalla Chiesa, come nella mia, quand’ero giovane valeva ancora il detto: “Il cristianesimo è la legge del Paese”. Ora questa struttura civile della società, che è stata creazione del cristianesimo, sta rigettando il cristianesimo. Il detto, e tanti altri che ne conseguivano, è scomparso o sta scomparendo, e per la fine del secolo, se Dio non interviene, sarà del tutto dimenticato. Finora si pensava che bastasse la religione con le sue sanzioni soprannaturali ad assicurare alla nostra popolazione la legge e l’ordine; ora filosofi e politici tendono a risolvere questo problema senza l’aiuto del cristianesimo. Al posto dell’autorità e dell’insegnamento della Chiesa, essi sostengono innanzitutto un’educazione totalmente secolarizzata, intesa a far capire ad ogni individuo che ordinato, laborioso e sobrio torna a suo personale vantaggio. Poi si forniscono i grandi princìpi che devono sostituire la religione e che le masse così educate dovrebbero seguire, le verità etiche fondamentali nel loro senso più ampio, la giustizia, la benevolenza, l’onestà, etc.; l’esperienza acquisita e quelle leggi naturali che esistono e agiscono spontaneamente nella società e nelle cose sociali, sia fisiche che psicologiche, ad esempio, nel governo, nel commercio, nella finanza, nel campo sanitario e nei rapporti tra le Nazioni. Quanto alla religione, essa è un lusso privato, che uno può permettersi, se vuole, ma che ovviamente deve pagare, e che non può né imporre agli altri né infastidirli praticandola
lui stesso. Le caratteristiche generali di questa grande apostasia sono identiche dovunque; ma nei particolari variano a seconda dei Paesi. Parlerò del mio Paese perché lo conosco meglio. Temo che essa avrà qui un grande seguito, anche se non si può immaginare come finirà. A prima vista si potrebbe pensare che gli Inglesi siano troppo religiosi per un modo di pensare che nel resto del continente europeo appare fondato sull’ateismo; ma la nostra disgrazia è che, nonostante, come altrove, conduca all’ateismo, qui esso non nasce necessariamente dall’ateismo. Occorre ricordare che le sètte religiose, comparse in Inghilterra tre secoli fa e oggi così forti, si sono ferocemente opposte all’unione della Chiesa e dello Stato e vorrebbero la scristianizzazione della monarchia e di tutto il suo apparato, sostenendo che tale catastrofe renderebbe il cristianesimo più puro e più forte. Il principio del liberalismo, poi, ci è imposto dalle circostanze stesse. Consideriamo le conseguenze di tutte queste sètte.Con tutta probabilità esse rappresentano la religione della metà della popolazione; e non dimentichiamo che il nostro governo è una democrazia. È come se, in una dozzina di persone prese a caso per la strada e che certamente hanno la loro quota di potere, si trovassero fino a sette religioni diverse.Ora come possono trovare unanimità di azione in campo locale o nazionale quando ciascuna si batte per il riconoscimento della propria denominazione religiosa? Ogni decisione sarebbe bloccata, a meno che l’argomento religione non venga del tutto ignorato. Non c’è altro da fare. E in terzo luogo, non dimentichiamo che nel pensiero liberale c’è molto di buono e di vero; basta citare, ad esempio, i princìpi di giustizia, onestà, sobrietà, autocontrollo, benevolenza che, come ho già notato, sono tra i suoi princìpi più proclamati e costituiscono leggi naturali della società. È solo quando ci accorgiamo che questo bell’elenco diprincìpi è inteso a mettere da parte e cancellare completamente la religione, che ci troviamo costretti a condannare il liberalismo. Invero, non c’è mai stato un piano del Nemico così abilmente architettato e con più grandi possibilità di riuscita. E, di fatto, esso sta ampiamente raggiungendo i suoi scopi, attirando nei propri ranghi moltissimi uomini capaci, seri ed onesti, anziani stimati, dotati di lunga esperienza, e giovani di belle speranze.Ecco come stanno le cose in Inghilterra, ed è un bene che tutti ce ne rendiamo conto; ma non si pensi assolutamente che io ne sia spaventato. Certo ne sono dispiaciuto, perché penso possa nuocere a molte anime, ma non temo affatto che abbia la capacità di impedire la vittoria della Parola di Dio, della santa Chiesa, del nostro Re Onnipotente, il Leone della tribù di Giuda, il Fedele e il Verace, e del suo Vicario in terra. Troppe volte ormai il cristianesimo si è trovato in quello che sembrava essere un pericolo mortale, perché ora dobbiamo spaventarci di fronte a questa nuova prova. Questo è assolutamente certo; ciò che invece è incerto, e in queste grandi sfide solitamente lo è, e rappresenta solitamente una grande sorpresa per tutti, è il modo in cui di volta in volta la Provvidenza protegge e salva i suoi eletti. A volte il nemico si trasforma in amico, a volte viene spogliato della sua virulenza e aggressività, a volte cade a pezzi da solo, a volte infierisce quanto basta, a nostro vantaggio, poi scompare. Normalmente la Chiesa non deve far altro che continuare a fare ciò che deve fare, nella fiducia e nella pace, stare tranquilla e attendere la salvezza di Dio. “Gi umili erediteranno la terra e godranno di una gran pace” (Ps 37,11). Mansueti hereditabunt terram, Et delectabuntur in multitudine pacis».”
Citato dall’articolo “John Henry Newman: un Cardinale tutt’altro che liberale” apparso su La Tradizione Cattolica, anno XXI, n° 3 (76), 2010

domenica 3 febbraio 2013


Abito sacerdotale


E' particolarmente sentita la necessità che il presbitero -uomo di Dio, dispensatore dei suoi misteri - sia riconoscibile agli occhi della comunità, anche per l'abito che porta, come segno inequivocabile della sua dedizione e della sua identità di detentore di pubblico ministero... Le prassi contrarie non si possono considerare legittime consuetudini e devono essere rimosse dalla competente autorità (66)

(congregazione per il clero 31/1/1994)