giovedì 5 aprile 2012

Le chiare evidenze di un mondo giovane

Le chiare evidenze di un mondo giovane 


Nel seguente articolo illustrerò dodici esempi di fenomeni naturali che sono in conflitto con l’idea evolutiva che l’universo abbia un’età di miliardi di anni. 

I numeri in neretto (spesso milioni di anni) indicano la massima età possibile determinata per ciascun processo, non le età reali. I numeri in italico indicano le età richieste dalla teoria di evoluzione per ogni esempio. Il punto è che le massime età possibili sono sempre molto di meno delle età evolutive richieste, mentre l’età biblica (da 6000 a 10000 anni) si inserisce sempre bene all’interno delle massime età possibili. Quindi le seguenti sono evidenze in favore della scala temporale biblica e a sfavore della scala di tempo evolutiva. 

Esistono molte più evidenze a favore di un mondo giovane, ma per brevità e semplicità ho scelto questi esempi soli. Alcuni di questi esempi si possono riconciliare con un universo vecchio solamente facendo delle assunzioni improbabili ed indimostrabili. Altri si possono riconciliare solo con un universo giovane. L’elenco inizia con fenomeni astronomici distanti e man mano arriva a fatti terrestri, concludendo con fatti di ogni giorno. 

1. Le galassie si avvolgono troppo velocemente. 

Le stelle che compongono la nostra galassia, la via lattea, orbitano il centro galattico a velocit diverse --quelle più vicino al centro vanno più velocemente di quelle più distanti. Le velocità di rotazione osservate sono così alte che, se la nostra galassia avesse più di qualche centinaia di milioni di anni, sarebbe ormai un disco senza forma, invece di una spirale come è al presente.(1) Eppure secondo l’evoluzionismo la nostra galassia avrebbe almeno 10 miliardi di anni. 

Gli evoluzionisti sono stati consapevoli di questo problema da ormai circa 50 anni. Hanno cercato di spiegarlo in ogni modo con diverse teorie, delle quali ognuna è fallita dopo un breve periodo di popolarità. Questo stesso ‘dilemma di avvolgimentò si applica pure ad altre galassie. 

Negli ultimi decenni la soluzione preferita del problema è stata una teoria complicatissima chiamata ‘onde di densità. Però questa teoria ha problemi concettuali, deve essere aggiustata arbitrariamente, e di recente è stata seriamente sfidata dalla scoperta fatta col telescopio spaziale Hubble di una struttura dettagliatissima nel fulcro centrale della galassia M-51.(2) 

2. Le comete si disintegrano troppo velocemente. 

Secondo la teoria evolutiva, le comete dovrebbero avere la stessa età del sistema solare intero, cioè circa 5 miliardi di anni. Eppure, ogni volta che una cometa si avvicina al sole, perde così tanto materiale, che non potrebbe sopravvivere più di 100.000 anni. Tipicamente le comete durano 10.000 anni.(3) 

Gli evoluzionisti spiegano questo disaccordo assumendo che (a) le comete hanno origine in una zona sferica mai osservata, chiamata la ‘nuvola Oort’, al di là dell’orbita di Plutone, oppure (b) interazioni (improbabili) gravitazionali con stelle che passano infrequentemente, spingono comete dentro al sistema solare, oppure (c) altre interazioni improbabili fra le comete e i pianeti rallentano le comete in arrivo da lontano, tanto da rendere possibile l’ osservazione di centinaia di esse.(4) Finora, nessuna di queste ipotesi è stata convalidata, né attraverso osservazioni, nécon calcoli realistici. 

Di recente si è parlato della ‘cintura Kuiper,’ una fonte di comete ipotetica a forma di disco, sul piano del sistema solare, appena fuori l’orbita di Plutone. Anche se qualche corpo ghiaccioso esistesse in quella località, non risolverebbe il problema degli evoluzionisti, perché, secondo la loro teoria, la cintura Kuiper si consumerebbe velocemente, se non ci fosse una nuvola Oort a rifornirla. 

3. Una scarsezza di fango sul fondo marino. 

Ogni anno, acqua e vento erodono circa 25 miliardi di tonnellate di terra e rocce dai continenti, depositandole nell’oceano.(5) Questi materiali si accumulano come sedimenti sciolti (cioè fango) sulla roccia ferma basaltica (formata di lava) sul fondo marino. La profondità media di tutto il fango nell’oceano intero, piatti continentali inclusi, è meno di 400 metri.(6) 

Il modo principale in cui il fango viene espulso dal fondo marino è tramite la sub-adduzione tettonica dei piatti continentali. Cioè il fondo marino scivola lentamente (pochi centimetri all’anno) sotto i continenti, portando con sé sedimenti. Secondo la letteratura scientifica secolare, tale processo espellerebbe solo 1 miliardo di tonnellate di fango all’anno. Per quanto sappiamo, gli altri 24 miliardi di tonnellate verrebbero ad accumularsi. A tale rata, l’erosione avrebbe depositato la quantità di sedimenti attualmente presente in meno di 12 milioni di anni. 

Eppure, secondo la teoria evolutiva, erosione e sub-adduzione dei piatti continentali hanno continuato a prendere luogo in maniera costante durante gli ultimi 3 miliardi di anni. Se questo fosse vero, i fondi oceanici dovrebbero avere sedimenti di fango decine di chilometri in profondità. Una spiegazione alternativa (creazionista) è che l’erosione causata dalle acque scorrenti dai continenti dopo il diluvio di Noè depositò ‘ la quantità di fango attualmente presente entro un breve periodo, circa 5000 anni fa. 

4. La quantità di sodio nell’oceano non basta. 

Ogni anno, i fiumi(7) ed altre fonti(9) scaricano più di 450 milioni di tonnellate di sodio nell’oceano. Solo il 27% di questo sodio riesce a scappare dall’oceano ogni anno.(8,9) Per quanto si sa, quello rimanente si accumula nell’oceano. Se non ci fosse stato sodio nel mare all’inizio, si sarebbe accumulato alla quantità

martedì 3 aprile 2012

DINOSAURI IMPOSSIBILI

DINOSAURI IMPOSSIBILI




I dinosauri giganti sono affascinanti. Come hanno fatto a svilupparsi così tanto?
Come mai sono tutti morti?
La loro mole rivaleggiava con quella delle attuali balene, che non possono sopravvivere senza il sostentamento dell'acqua.

Fu per questo che i primi paleontologi ipotizzarono che i dinosauri più grandi passassero la maggior parte delle loro vite a bagno negli acquitrini dell'era Mesozoica.

In un secondo momento furono scoperte delle orme. Non qualche orma, ma migliaia di orme. In qualche maniera, anche i dinosauri più grandi andavano in giro sulla terra, senza nemmeno trascinarsi dietro la loro enorme coda.

Pertanto il vagare in acque basse fu rimpiazzato da vagare nei pascoli e la ragione originale dell'acqua – cioè che un dinosauro sulla terra sarebbe diventato una balena arenata – fu dimenticata.

Ted Holden recentemente ha esaminato il rapporto tra dimensione, peso e forza degli animali e ha riproposto la questione. (La sua analisi è stata la base per un documentario teletrasmesso in Giappone nel febbraio 2004, vedi foto sopra.)

La resistenza di un tessuto muscolare è abbastanza costante tra le varie specie animali. La resistenza è proporzionale alla sezione trasversale del muscolo: se un primo muscolo ha un diametro che è il doppio di un secondo muscolo, il primo muscolo avrà quattro volte (due al quadrato) la resistenza del secondo. Il peso invece cresce con il volume e pertanto il primo muscolo peserà otto volte tanto (due al cubo).

Holden ha calcolato il rapporto peso/potenza di un sollevatore di pesi, uomo, ben allenato e lo ha ingrandito fino alle dimensioni di un dinosauro.

Ancor prima di raggiungere la dimensione massima, il sollevatore non sarebbe stato in grado di sollevare nemmeno il suo stesso peso. La potenza, in relazione al peso, impone un limite alle dimensioni massime. I calcoli di Holden indicano che tale limite è avvicinato dagli attuali elefanti più pesanti.

I dinosauri più grandi avevano una dimensione che era svariate volte quella di un elefante.
Inoltre gli scheletri dei dinosauri non sono nemmeno strutturati così bene per sopportare il peso come invece gli scheletri degli elefanti.
I dinosauri hanno una grandezza incompatibile per il pianeta Terra, eppure le loro ossa dimostrano che sono esistiti. Come può essere?

Il limite sulla dimensione dipende dal peso, e il peso dipende dalla forza di gravità. La maggior parte delle teorie convenzionali ritengono che la gravità nell'universo sia sempre stata e sarà sempre una proprietà costante della materia. Ma si tratta solo di una supposizione e deve essere verificata empiricamente.

La teoria dell'Universo Elettrico offre un diverso punto di vista. La gravità non è una costante.
Si tratta di una variabile che dipende dal circostante plasma ambientale.

La Terra dell'era Mesozoica può avere avuto una gravità minore di quella odierna.

Holden ha calcolato che la gravità necessaria alla vita dei più grandi dinosauri debba essere stata almeno 1/3 (e forse fino a 1/4) del valore attuale. Ha inoltre teorizzato che la gravità sia improvvisamente aumentata verso la fine dell'età dei dinosauri anche se non fino al valore attuale. Un valore di gravità inferiore al presente è persistito nelle epoche successive popolate di mammiferi giganti...



Dinosauri Impossibili
www.thunderbolts.info/tpod/2005/arch05/050623impossible-dinos...
Traduzione a cura di Stefano Pravato