domenica 22 gennaio 2012

Sulla scuola e sul lavoro

Gli alunni e i loro maestri. 


La scuola è una istituzîone della società per venire in aiuto
della famiglia, di per sè impotente a completare la formazione
culturale e professionale dei suoi figli, La scuola nata in seno
alla Chiesa, diventò a poco a poco governativa. Essa compie
veramente il suo compito se è come il prolungamerito della
famiglia; se, come la vuole il Signore, oltre che luogo di cultura
le di lavoro, è strumento di educazione morale e religiosa.
Gli insegnanti sono i delegati dell’autorità dei genitori e
per conseguenza dell’autorità di Dio stesso nell’opera dello
sviluppo fisico, intellettuale e morale degli alunni.
Il ragazzo cristiano ha verso di loro doveri di giustizia e di
carità simili a quelli che ha per la famiglia: doveri di rispetto,
di riconoscenza, di affetto e di obbedienza.
Non è tenuto ad ubbidire solo quando i maestri insinuassero
 insegnameriti contrari ai principi cristiani, perchè la
Scrittura Santa afferma « Bisogna ubbidire a Dio piuttosto
che agli uomini » (Att., S, 30).
Una forma di obbedienza ai propri maestri è la diligenza
nelle studio. Il Signore ha imposto il lavoro a tutti gli uomini
(Gen., l, 28; 2, 15; 3, l7»l9). S. Paolo ha scritto:  « Chi non vuole
lavorare non deve mangiare»  (2 Tess. 3, l). Il lavoro scolastico
è richiesto ai giovanetti per soddisfare a questo dovere
generale imposto da Dio. '
Se da giovani ci si sottrae al lavoro scolastico si ignorerà
da adulti il lavoro tecnico e ci. si renderà inutili al servizio della
società a cui siamo tutti tenuti per lalegge di solidarietà.
Per il cristiamo il lavoro è uno dei mezzi di collaborare
all’opera di Gesù Redentore; infatti la fatica, offerta a Dio, espia
i peccati nostri e quelli degli altri. Per questo è indispensabile
lavorare in grazia di Dio e avere l'intenzione di lavorare per amore
di Dio.

U. Pasquale

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