martedì 29 gennaio 2013

Un tempio profanato. Il peccato impuro solitario







Il peccato impuro solitario viola la sacralità del corpo, il quale dovrebbe prestarsi alla gloria e al culto di Dio. Quello trattato è un peccato assolutamente vergognoso, che fa del corpo centro esclusivo di un culto depravato e perverso.
I peccati impuri possono distinguersi in quattro specie: peccati impuri contro la santità del Matrimonio, peccati contro la vita come frutto naturale dell’amore umano, impurità consistenti in aberrazioni della legge naturale e, infine, profanazioni della santità del corpo umano in quanto tale. Con la scorsa puntata siamo entrati in quest’ultimo punto, che oggi concluderemo trattando lo scabroso e spinoso tema del peccato impuro solitario, comunemente noto come “masturbazione”. È bene anzitutto – a titolo di premessa necessaria alla comprensione di quest’ultimo aspetto – riprendere un passo quanto mai chiaro dell’Apostolo delle Genti che senza mezzi termini e con estrema chiarezza proclama la santità e l’inviolabilità del corpo umano: «Il corpo non è per l’impudicizia, ma per il Signore, e il Signore è per il corpo. Non sapete che il vostro corpo è tempio dello Spirito Santo che è in voi e che avete da Dio, e che non appartenete a voi stessi? Infatti siete stati comprati a caro prezzo. Glorificate dunque Dio nel vostro corpo!» (1Cor 6,13.19-20).
Il corpo umano di un battezzato ha dunque, oltre la naturale e intrinseca dignità che inerisce alla persona umana in quanto tale, un’ulteriore e ancor più alta onorabilità che gli deriva dall’essere tempio dello Spirito Santo, ovvero della grazia santificante ricevuta nel Battesimo e accresciuta con la celebrazione e la ricezione dei Sacramenti che si possono ripetere (Penitenza ed Eucaristia). Il corpo, secondo la visione paolina, è dunque analogo al Tempio inteso come luogo di culto, al cui interno è custodito e abita il Santo dei Santi. Come dunque dentro una Chiesa non si possono compiere atti indegni della sacralità del luogo, sotto pena del gravissimo peccato di profanazione (come vedemmo a suo tempo), così il corpo non può essere oggetto di atti turpi, bassi e vergognosi, che costituiscono un’autentica profanazione della sua dignità e sacralità.
La pornografia compie tale profanazione in modo spudorato, violento ed esecrabile. Simile discorso va fatto per il nudismo dilagante e imperante, così come per il vero e proprio culto del corpo (a cui assistiamo specialmente in Occidente), in nome del quale ci si sottopone a diete esasperanti, allenamenti in palestra, uso e abuso di cosmetici (al femminile ma sempre più spesso anche al maschile...), mode invereconde. Non si parla altro che di crisi e di austerity, eppure il consumo di cosmetici non diminuisce e palestre, saune, centri di fitness e di bellezza sono sempre pieni di clienti... Sta dilagando in maniera incontrollata la brutta (e satanica) moda dei tatuaggi, per cui ci si sottopone a dolori non lievi e a salassi economici ancor meno lievi per decorare il corpo con segni che, nel 90% dei casi (cifra arrotondata per difetto!), sono direttamente o indirettamente connessi col mondo dell’occulto e del satanismo. Apparire, piacere e godere costituiscono ormai una triste triade, perseguita e condivisa dalla stragrande maggioranza degli abitanti del mondo occidentale.
Oltre a queste forme, l’altra gravissima profanazione del corpo è costituita dal peccato impuro solitario, tema sul quale occorre per prima cosa sfatare alcuni luoghi comuni. Anzitutto non è un problema circoscritto all’età adolescenziale (numerosissimi sono gli adulti che lo commettono) e non è appannaggio esclusivo (o quasi) delle persone di sesso maschile (sempre più numerose sono le donne che cadono, anche in maniera abituale e compulsiva, in questo vizio). Non è inoltre affatto vero che costituisca una sorta di “peccatuccio” quasi scusabile, per il fatto che non reca danno al prossimo, che spesso accade in un’età di “tempesta ormonale” (quella adolescenziale) e che dovrebbe essere non solo scusato, ma anche (come fa più di qualche psicologo...) addirittura consigliato come valvola di sfogo per stress o situazioni di esasperazione emotiva.
In realtà con questo peccato tutti i caratteri impressi nell’ordine della sessualità dal Creatore svaniscono e scompaiono: l’ordinazione degli atti sessuali al reciproco dono e alla vita è infatti completamente assente in un atto che, oltre a non essere diretto a procreare, è compiuto al di fuori di ogni relazione, riducendosi meramente ad una egoistica e disordinata ricerca di un piacere basso ed effimero di qualche secondo, in modo totalmente fine a se stesso. Tale atto costituisce un evidente avvilimento della dignità della persona (che è stata creata per “piaceri” ben più elevati) e del corpo umano (che viene profanato con un atto degradante), non essendo altro, in definitiva, che una neanche troppo larvata manifestazione di egoismo e narcisismo. Il senso di vergogna che provano le persone che cadono in questo vizio e la difficoltà che si ha nel confessarlo, non sono altro che una conferma indiretta della verità circa l’intrinseca malizia e disordine di questi atti. Voglia il Signore, per intercessione dell’Immacolata, aiutare tutti e ciascuno a riscoprire la bellezza dell’amore umano, a ricollocare l’esercizio della sessualità solo al suo interno, in un contesto autenticamente umano e ad elevare ciò che di per sé è legato alle leggi naturali della riproduzione sessuata (per nulla differenti, nella sostanza, a quelle del mondo animale), in uno strumento di santificazione e nobilitazione degli sposi, che assumono con gioia onori e oneri della vita coniugale, ordinandola alla perfetta glorificazione di Dio, all’obbedienza ai suoi voleri e al bene della Chiesa e di tutta l’umana famiglia. 
tratto dal Blog di Don Leonardo Maria Pompei
 http://immaculatameaetomniamea.blogspot.it/2013/01/un-tempio-profanato-il-peccato-impuro.html

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